È difficile vedere un gatto nero in una stanza buia, specialmente quando il gatto non c'è. Così dice un antico adagio cinese, che si commenta da solo. Ma qualcuno il gatto lo vede, eccome!
E noi dobbiamo crederci per forza? Questi signori, prima o poi, dovranno capire che, a furia di gridare "al lupo", poi non gli crederà più nessuno. Accade da anni col processo di Napoli, con le richieste di ricusazione già accettate, con le proposte di radiazione definitive... Accadde cinque anni fa con le telefonate di Moggi: decine di personaggi, più o meno professionisti del giornalismo italiano, o semplici opinionisti sugli scudi grazie a media gaudenti, a cercare il pelo nell'uovo, a infangare pubblicamente uomini che tuttora sono sotto processo, rendendo più rapido e definitivo il loro addio dalle scene calcistiche. E in alcuni casi rovinando qualche vita. Tanto è Moggi...
Parliamo di speculazioni giornalistiche, che in nessun altro modo potremmo definire. Non si sono raggiunte le vette delle accuse o delle illazioni ad personam, ma, come spesso accade da troppi anni, le parole che riguardano la Juventus vengono travisate e si cerca anche quello che non c'è pur di screditarne l'operato.
Martedì 21 giugno, giorno di udienza presso il Tribunale di Napoli per il processo Calciopoli, si attendeva l’intervento dell’avv. Vitiello, legale difensore della società Juventus FC, chiamata in causa come responsabile civile in merito alla richiesta di risarcimento avanzata dalle parti civili. L’avvocato ha adottato una linea difensiva utile a smontare l’impianto accusatorio, dichiarando la sua assistita innocente e adempiendo al compito cui era preposto. A nostro avviso, per quanto possa essere importante un ulteriore parere, ha pienamente centrato l’obiettivo. Anzi, oserei dire che ha fatto perfino di più del necessario: si è addentrato in considerazioni riguardanti fatti non prettamente necessari alla causa bianconera, con stile, senza correre il rischio di sbilanciarsi troppo, ma lasciando trasparire la propria opinione su vicende poco chiare e difficilmente dimostrabili (a maggior ragione dopo 5 anni). Si veda, ad esempio, come ha definito le tesi accusatorie sull’esistenza dell’associazione, sulle griglie arbitrali (coniando addirittura il termine “Fantagriglie”), sul presunto potere mediatico, e come ha commentato il lavoro di Auricchio & co.
Tuttavia, una parte dell’intervento dell’avvocato Vitiello è stata ripresa da più parti, con esiti assolutamente censurabili. Riportiamo il passaggio per comodità e per trasparenza: “Tutto questo non deve farci dimenticare un aspetto fondamentale. Come e perché la Juventus non risponde di qualsivoglia azione illecita in questo processo. Vede, Presidente, la società non può rispondere per un eventuale fatto di un suo collaboratore o dipendente, in questo caso Moggi, né per responsabilità diretta né indiretta. Moggi non aveva poteri di rappresentanza della società pur essendo direttore generale e quindi non poteva agire quale rappresentante; quindi eventuali danni eventuali non possono essere imputati alla Juventus proprio per la carenza del rapporto organico. In alcun modo questi fatti che si assumono illeciti sono stati commessi nell’esercizio delle funzioni del DG della Juventus, che erano di coordinare i dipendenti, trasmettere direttive e curare che l’esecuzione delle stesse venisse effettuata nell’interesse della società. Ne deriva la stretta interpretazione della norma che non permette alcuna estensione. E allora, se questa è la situazione, se non è possibile ritenere che possa sussistere responsabilità della Juventus per fatto di un proprio dirigente, nessun fatto può essere addebitato alla società che ha sempre vinto sul campo per propria forza e nessun bisogno aveva di commettere fatti che portassero utili, al punto che la squadra aveva dato alle Nazionali che si contesero in finale il Mondiale del 2006 l’ossatura di entrambe le Nazionali”.
Molti articoli del giorno dopo hanno titolato cose del tipo: “La Juve scarica Moggi”, proprio a causa di queste parole. Ma i “se” non esprimono per caso una possibilità ipotetica? Gli “eventuale” non stanno lì a dirci che i fatti imputati a Moggi non vengono considerati come certi? E anzi, “si assumono” illeciti: vale a dire che se anche si dimostrassero tali, ma che illeciti, al momento, lo sono solo ed esclusivamente per pura teoria (anche perché: dove stanno le prove?), la Juve comunque non c’entra. Insomma, noi siamo tifosi juventini ed il bene della Juve non deve passare per forza dall’eventuale assoluzione di Moggi. Ma se in un intervento solo, l’avvocato Vitiello è riuscito in entrambe le cose, non prendendo affatto le distanze dall'ex DG, anzi, stigmatizzando alcune incongruenze emerse nella fase dibattimentale, e fatte emergere dallo stesso Moggi e dal suo staff legale, ecco che allora possiamo solo prenderne atto e sperare che questa linea difensiva prosegua sino in fondo, senza alcun condizionamento.
Non dello stesso avviso alcune delle più importanti testate, tra cui l’immancabile Gazzetta (con un articolo di Piccioni), ma anche, nel colpevole silenzio di Repubblica, Corriere dello Sport e Corsera, Andrea Distaso per Eurosport e l'ennesimo equivoco a firma dell’esimio Paolo Ziliani per il suo blog, già analizzato dalla nostra rubrica “Orrori di Stampa”. Oltre al solito Tuttosport - encomiabile il lavoro di Alvaro Moretti dall’aula 216 del Tribunale di Napoli - solamente La Stampa ha titolato:”I bianconeri difendono Moggi”: che siano gli unici ad aver ascoltato o letto le esatte parole, a dire il vero poco travisabili, pronunciate dal legale della società bianconera?
L’avvocato Vitiello ha così concluso: “Vi chiedo di valutare con attenzione che non si trasformi in speculazione un'azione civile nel processo penale. Grazie!”. Ecco, ribadiamo ancora una volta la speranza che la Juve continui sempre più duramente su questa linea, ma che le speculazioni, almeno quelle mediatiche, finiscano presto. E che su questo fronte l'intervista di Andrea Agnelli alla Gazzetta sia il segnale di un deciso e duraturo cambio di rotta.
Quello che non c'è
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