Tempo fa, il settimanale Sportweek dedicò una copertina all’allenatore dell’Inter Roberto Mancini, usando come titolo “L’uomo che vince sempre”.
A distanza di mesi, non ho ancora capito se era un titolo ironico, uno sfottò o se l’autore del pezzo pensasse veramente ciò che aveva scritto. Una cosa è certa, quel titolo ad oggi è degno, ancora una volta di più, di un solo uomo al mondo. E non certo Roberto Mancini.
A distanza di mesi, non ho ancora capito se era un titolo ironico, uno sfottò o se l’autore del pezzo pensasse veramente ciò che aveva scritto. Una cosa è certa, quel titolo ad oggi è degno, ancora una volta di più, di un solo uomo al mondo. E non certo Roberto Mancini.
L’unico uomo che merita l’attestato di “vincente sempre” è Fabio Capello: 9 campionati vinti. Terzo campionato vinto consecutivamente. Dopo 76 giornate consecutive al comando nel campionato italiano alla guida della Juventus e l'abbandono dopo lo scoppio di Calciopoli, è riuscito nella grande impresa di riportare. al primo colpo, lo scudetto a Madrid, battendo la concorrenza del Barcellona di Eto’o, Messi e Ronaldinho. E scusate se è poco.
Dalle sue parole in conferenza stampa - «Per me, con questo gli scudetti sono nove. Come Nedved, sento miei anche i due della Juventus. Li avevamo vinti sul campo. Meritatamente. Se poi un giorno hanno messo lì un certo signor Rossi e costui ha deciso in un’altra maniera, cavoli suoi. Ripeto: ho vinto nove campionati, quattro al Milan, uno alla Roma, due alla Juve, due al Real. Capito?» - è emerso tutto l’orgoglio di un personaggio che non sarà mai simpatico ma che verrà ricordato per sempre come uno dei più grandi allenatori di tutti i tempi.
Un tecnico capace di vincere anche a Roma, dove lo scudetto arriva - se va bene -ogni 20-30 anni. Un tecnico che sarebbe stato capace di far vincere persino l’Inter, e senza il bisogno di retrocedere o dare handicap agli avversari.
Nonostante questo Capello non ha la certezza della riconferma alla guida del Real.
Se fossi Roberto Mancini comincerei a preoccuparmi. Chissà che Moratti non decida di affidarsi all’originale “Uomo che vince sempre” per provare a conquistare uno scudetto senza penalizzazione per gli avversari e con la Juventus presente, cosa che ad Appiano Gentile non avviene ormai da quasi vent’anni.
Dalle sue parole in conferenza stampa - «Per me, con questo gli scudetti sono nove. Come Nedved, sento miei anche i due della Juventus. Li avevamo vinti sul campo. Meritatamente. Se poi un giorno hanno messo lì un certo signor Rossi e costui ha deciso in un’altra maniera, cavoli suoi. Ripeto: ho vinto nove campionati, quattro al Milan, uno alla Roma, due alla Juve, due al Real. Capito?» - è emerso tutto l’orgoglio di un personaggio che non sarà mai simpatico ma che verrà ricordato per sempre come uno dei più grandi allenatori di tutti i tempi.
Un tecnico capace di vincere anche a Roma, dove lo scudetto arriva - se va bene -ogni 20-30 anni. Un tecnico che sarebbe stato capace di far vincere persino l’Inter, e senza il bisogno di retrocedere o dare handicap agli avversari.
Nonostante questo Capello non ha la certezza della riconferma alla guida del Real.
Se fossi Roberto Mancini comincerei a preoccuparmi. Chissà che Moratti non decida di affidarsi all’originale “Uomo che vince sempre” per provare a conquistare uno scudetto senza penalizzazione per gli avversari e con la Juventus presente, cosa che ad Appiano Gentile non avviene ormai da quasi vent’anni.