Ricordo con piacere e nostalgia i lunedì post-partita di campionato della mia gioventù. Aspettavo con ansia di poter leggere le pagelle e i commenti fatti su Tuttosport da Vladimiro Caminiti. I tifosi di vecchia data certamente apprezzavano lo stile del giornalista palermitano; egli raccontava il calcio sotto forma di poesia, era solito attribuire soprannomi ai giocatori, così Furino diventava Furia Furin Furetto e Tacconi era conosciuto dai tifosi come Capitan Fracassa… Con lui anche le sconfitte erano meno amare.
Di tutt’altra pasta è invece la classe giornalistica attuale. Non amo particolarmente i loro starnazzi (con relativi echi) nelle varie trasmissioni televisive e radiofoniche, non amo da parte loro la mancanza di obiettività e di imparzialità, non amo la loro arroganza e prepotenza e, più particolarmente, non amo la loro disinformazione. Non voglio pensar male, anche se spesso ci si azzecca, ma a volte dubito della loro buona fede. Mi chiedo: per quale motivo un giornalista come Franco Ordine, per dimostrare l'esistenza di una cupola capeggiata da Moggi, invita gli spettatori di un noto programma televisivo ad ascoltare una telefonata tra il designatore Bergamo e l’arbitro Dondarini avvenuta prima di una partita della Juventus contro la Sampdoria? Invito l’opinionista de "Il Giornale" a leggersi attentamente il decreto di archiviazione firmato dal Procuratore della Repubblica di Torino, Marcello Maddalena, all’interno del quale è presente la telefonata cui egli faceva riferimento (ma l’interlocutore dell’arbitro era l'altro designatore, Pairetto), così anche lui avrà le idee un po' più chiare ed eviterà degli strafalcioni. Mi chiedo per quale motivo ci sono giornalisti, (vero Furio Focolari?), che ancora oggi affermano che Moggi ha chiuso l'arbitro Paparesta nello spogliatoio di Reggio Calabria, a dispetto di quanto affermato dallo stesso arbitro e dalla Procura di Reggio Calabria, che ha archiviato il caso dicendo che il fatto non sussiste? Per quale motivo Paolo Liguori risulta essere ultra garantista quando parla dei processi di Silvio Berlusconi, mentre al contrario è giustizialista nei confronti di Luciano Moggi? Ricordate il titolo della Gazzetta dello Sport il giorno seguente alla deposizione a Napoli di Manfredi Martino? "Così truccavamo i sorteggi" campeggiava in prima pagina sul giornale rosa riferito alle affermazioni dell’assistente di Bergamo in sede processuale, e chi ha avuto l’occasione di ascoltare l’udienza su Radio Radicale sa che il teste non ha mai pronunciato quella frase. E cosa dire del titolo di un articolo, a firma di Mensurati pubblicato da Repubblica, con il titolo "Così Moggi pagava gli arbitri", in seguito ad un’intervista ad un ex dipendente della Juventus? Sono sicuro che, se il giornalista fosse stato in aula a Napoli il giorno in cui c’è stato l’esame di Capobianco, avrebbe titolato "Così Moggi non pagava gli arbitri".
Provo ancora meno ammirazione per quei giornalisti che cercano di rifarsi una verginità dopo essere stati scoperti a colloquiare amichevolmente con l’ex Direttore Generale della Juve, rinnegandone in alcuni casi l’amicizia. Mi riferisco a quello che in alcune intercettazioni pubblicate cercava di consolare Moggi dopo il macht perso dalla Juve contro la Reggina grazie agli errori arbitrali di Paparesta, oppure informava l'ex dg bianconero dell’ammonizione di tre giocatori del Bologna contro la Fiorentina che, diffidati, non sarebbero scesi in campo la partita successiva contro la Juve. Ora, su "Il Giornale", lo stesso giornalista afferma "nel popolo juventino comandano, da un po’ di tempo, i delinquenti che tengono sotto schiaffo il club e i giocatori" riferendosi al comportamento di alcuni supporter juventini durante la partita contro il Parma, dimenticando comunque che quelli che lui definisce "hooligans della bagna caoda" quattro anni fa accettarono le sentenze della Ingiustizia sportiva, coltivata dal sentimento popolare, senza bloccare treni e traghetti, senza rovesciare ed incendiare cassonetti dell’immondizi,a o manifestare sotto la Figc. Caro Damascelli, come avrebbero reagito i tifosi della Roma, della Lazio, del Napoli, della Fiorentina, dell’Inter, se la loro squadra fosse stata condannata a disputare un anno di serie B e le fossero stati revocati due scudetti in seguito ad un processo farsa condizionato dal sentimento popolare, nel quale non è stato trovato un solo illecito? Se lo è mai chiesto Lei? La rimando in merito a quella sentenza alle dichiarazioni di un suo illustre collega, Enzo Biagi.
Una voce fuori dal coro è comunque rappresentata da Oliviero Beha e Ilario Di Giovanbattista che, colpevolisti della prima ora, cercano ora di fare luce sui fatti di Calciopoli chiedendo che venga fatta giustizia.
Chiudo cercando di immaginare il pensiero di Caminiti mentre da lassù osserva una partita di campionato della Juve. Quali voti avrà dato ai vari Diego, Melo, Tiago, Poulsen… e quali soprannomi avrebbe dato loro? Purtroppo questa è la Juve di adesso, carissimo Camin, e penso che anche tu non saresti stato tanto dolce nelle tue pagelle.
Dai Caminiti agli Ordine
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