“Non mi sembra proprio che l’Inter sia aiutata dagli arbitri. C'è chi dice certe cose per giustificare le sconfitte”. Con questa dichiarazione è finalmente arrivata la conferma definitiva. Ora è ufficiale e i dottori possono rivelarlo: è stata scoperta una nuova malattia e Massimo Moratti, presidente dell’Inter, ne è il primo caso conclamato. Si chiama SMS, ma non si tratta di telefonini bensì della terribile “Sindrome da Memoria Selettiva”.
I sintomi? Ci si ricorda solo ciò che fa comodo e quel poco che sfugge viene distorto a causa di un'’interferenza dell’'emisfero cerebrale destro (la parte irrazionale, che governa i sogni) su quello sinistro (la parte logico-razionale). Al vaglio anche lo studio di un possibile effetto secondario: in presenza di tavolini, il soggetto affetto mostra un desiderio compulsivo di entrare in possesso di cose che non gli appartengono.
Ma come si è giunti alla scoperta? Gli studiosi elencano numerosi episodi acuti che hanno via via dimostrato l’inequivocabile manifestarsi della malattia: dopo uno Juventus-Milan 1-0 del 14 aprile 2002 Moratti ebbe a dire: “non potevo aspettarmi un favore perché la storia di Juve-Milan, quando l’Inter è in procinto di vincere uno scudetto, non ci è mai stata favorevole” dimenticandosi che l'Inter non è b]mai[/b] stata in procinto di vincere alcunché e che nei 17 anni della sua presidenza la squadra ha ottenuto un distacco medio dalla prima classificata di 15 punti esatti. Il 31 agosto 2006, in un’intervista al Corsera il soggetto, su precisa domanda, dichiarò che il regalo più importante mai consegnato agli arbitri erano stati dei prosciutti, dimenticando come pochi anni prima la sua società aveva invece optato per dei costosi elettrostimolatori. Ed è proprio in quella intervista che il disturbo si è mostrato in tutta la sua virulenza: Moratti si dichiara orgoglioso dell'onestà della sua squadra, scordandosi completamente dei patteggiamenti in sede penale di soli tre mesi prima, delle chiusure d'’occhio della Covisoc sui bilanci, del Guido Rossi re magio degli scudetti e di quella volta che, nel 2002, venne onorata in ritardo una fidejussione (31 marzo al posto del 31 dicembre) che consentiva l'iscrizione al campionato: in pratica, quando la Beneamata completava l’iter per iscriversi al torneo precedente, le altre squadre presentavano le credenziali per il successivo.
Pare persino che la malattia sia contagiosa, tanto da propagarsi rapidamente nelle vicinanze dell’infetto. E’ il caso di Tronchetti Provera il quale ebbe a dire che l’Inter, non “piegandosi a giochi di potere”, era impossibilitata ad aggiudicarsi la serie A Tim e la Coppa Italia Tim, quest’ultima invece vinta due volte (sarà un caso che la coppa nazionale è l'’unico trofeo dove non c'’è sorteggio e gli arbitri vengono designati direttamente?). E sembra ci siano anche effetti retroattivi come quando l’'ammalato dichiarò che Lazio-Inter dell’11 marzo 2000 era finita in parità per preciso volere della Juventus. Peccato che con quel punto, e con la pioggia di Perugia, la Lazio ci vinse uno scudetto. E' grave, signori. Stiamogli vicino.
I sintomi? Ci si ricorda solo ciò che fa comodo e quel poco che sfugge viene distorto a causa di un'’interferenza dell’'emisfero cerebrale destro (la parte irrazionale, che governa i sogni) su quello sinistro (la parte logico-razionale). Al vaglio anche lo studio di un possibile effetto secondario: in presenza di tavolini, il soggetto affetto mostra un desiderio compulsivo di entrare in possesso di cose che non gli appartengono.
Ma come si è giunti alla scoperta? Gli studiosi elencano numerosi episodi acuti che hanno via via dimostrato l’inequivocabile manifestarsi della malattia: dopo uno Juventus-Milan 1-0 del 14 aprile 2002 Moratti ebbe a dire: “non potevo aspettarmi un favore perché la storia di Juve-Milan, quando l’Inter è in procinto di vincere uno scudetto, non ci è mai stata favorevole” dimenticandosi che l'Inter non è b]mai[/b] stata in procinto di vincere alcunché e che nei 17 anni della sua presidenza la squadra ha ottenuto un distacco medio dalla prima classificata di 15 punti esatti. Il 31 agosto 2006, in un’intervista al Corsera il soggetto, su precisa domanda, dichiarò che il regalo più importante mai consegnato agli arbitri erano stati dei prosciutti, dimenticando come pochi anni prima la sua società aveva invece optato per dei costosi elettrostimolatori. Ed è proprio in quella intervista che il disturbo si è mostrato in tutta la sua virulenza: Moratti si dichiara orgoglioso dell'onestà della sua squadra, scordandosi completamente dei patteggiamenti in sede penale di soli tre mesi prima, delle chiusure d'’occhio della Covisoc sui bilanci, del Guido Rossi re magio degli scudetti e di quella volta che, nel 2002, venne onorata in ritardo una fidejussione (31 marzo al posto del 31 dicembre) che consentiva l'iscrizione al campionato: in pratica, quando la Beneamata completava l’iter per iscriversi al torneo precedente, le altre squadre presentavano le credenziali per il successivo.
Pare persino che la malattia sia contagiosa, tanto da propagarsi rapidamente nelle vicinanze dell’infetto. E’ il caso di Tronchetti Provera il quale ebbe a dire che l’Inter, non “piegandosi a giochi di potere”, era impossibilitata ad aggiudicarsi la serie A Tim e la Coppa Italia Tim, quest’ultima invece vinta due volte (sarà un caso che la coppa nazionale è l'’unico trofeo dove non c'’è sorteggio e gli arbitri vengono designati direttamente?). E sembra ci siano anche effetti retroattivi come quando l’'ammalato dichiarò che Lazio-Inter dell’11 marzo 2000 era finita in parità per preciso volere della Juventus. Peccato che con quel punto, e con la pioggia di Perugia, la Lazio ci vinse uno scudetto. E' grave, signori. Stiamogli vicino.