Ci sono voluti più di tre anni, ma ieri un giornale importante (la Repubblica), prendendo spunto dall'accusa di Bergamo all'Inter, ha messo in fila dei fatti, lo spionaggio di Tavaroli, le accuse all'Inter, l'operazione "ladroni", invitando quasi il lettore a ragionarci sopra. Mettere insieme dei fatti dovrebbe essere mestiere di tutti i giorni per un giornale e quindi apparentemente non si tratta di niente di speciale ma per chi, come noi, son tre anni che si batte per ragionare su Calciopoli, anche a costo di passare per visionari o di essere tacciati di squadrismo, si tratta di un avvenimento. Forse, con il progredire dei processi di Napoli e Milano, si avvicina il momento che a ragionarci saranno chiamati un po’ tutti e allora speriamo, come prima cosa, che dopo Fulvio Bianchi di Repubblica altri colleghi della carta stampata si ricordino della Carta dei Doveri del Giornalista ed invitino i loro lettori a ragionare, fornendo loro dei fatti e non la interpretazione degli stessi da loro preconfezionata.
L'articolo di ieri, in particolare, ha richiamato l'attività di spionaggio di Tavaroli sul mondo del calcio con l'operazione "como" (contro Moggi, padre e figlio, Pairetto, Bergamo, De Santis, Racalbuto) e l'operazione "ladroni" (contro Moggi, De Santis, Fabiani e Cennicola), ha riportato le accuse di Bergamo all'Inter di qualche giorno fa in merito al fatto di essere stato spiato e, correttamente, ha riportato anche il comunicato dell'Inter che si chiama fuori dall'attività di spionaggio e minaccia di querelare.
Prendiamo anche noi atto del comunicato dell'Inter, ricordando però che tutti i giornali hanno a suo tempo riferito di un verbale di Tavaroli in cui si citava una riunione alla Saras con Moratti e Facchetti in cui si era parlato di Inter e di arbitri; quando i giornali hanno riportato quel verbale nessuno ha smentito alcunché; anzi, sull'operazione "ladroni" il signor Moratti è stato a suo tempo sentito dalla Procura Federale. Cosa abbia dichiarato Moratti a Palazzi è rimasto top secret, sui giornali s'è letto tutto e il contrario di tutto, fatto sta che nel frattempo Facchetti era deceduto e il dott. Palazzi ha sentenziato di non poter procedere contro l'Inter.
Nel prendere atto del comunicato dobbiamo anche aggiungere che Tavaroli non spiava certo gratis et amore Dei, che i giornali hanno riferito di una fattura intestata all'Inter da parte dell'agenzia investigativa Polis d'Istinto (che aveva materialmente svolto le indagini) e del relativo pagamento estero su estero (!), che Tavaroli sarà chiamato a testimoniare a Milano e forse anche a Napoli. L'Inter avrà pure fatto bene a fare il suo bel comunicato, ma chiunque ci ragiona sopra è in grado di concludere che qualcuno quelle indagini le ha commissionate, che uno dei due, tra Tavaroli e Moratti, potrebbe aver dichiarato il falso e che i processi stabiliranno la verità. Intanto Bergamo in un’intervista al Tirreno, ieri, ha ribadito le sue accuse e fatto anche i nomi: responsabili dello spionaggio sono indicati Moratti e Facchetti.
Questi sono fatti sui quali ragionare e qualcuno, ragionando, potrebbe anche vedere nello spionaggio di Tavaroli una specie di trait d'union tra il processo di Milano e quello di Napoli; ci limitiamo a ricordare, infatti, che i dossierati delle operazioni "como” e "ladroni" sono praticamente gli stessi (compreso il segnalinee Cennicola subito scagionato senza che fosse mai chiarito perché era stato spiato) di quelli finiti nella deposizione spontanea di Dal Cin alla Procura di Napoli del giugno 2004, da cui aveva tratto origine l'indagine di Calciopoli dei pm Narducci e Beatrice. Come se i risultati dello spionaggio di Tavaroli, misteriosamente, fossero arrivati fino a Napoli: ipotesi, questa, cui aveva fatto riferimento l'ex-Procuratore della Figc De Biase, quando aveva osservato che una società calcistica che dovesse macchiarsi di un illecito di questo tipo rischierebbe la radiazione.
Nessuno della nostra Associazione arriva a immaginare un'Inter radiata, quella accennata è solo un'ipotesi di scuola, che abbiamo provocatoriamente riportato solo per far capire quali cattivi pensieri potrebbe aver fatto ieri un lettore di Repubblica che avesse preso atto dei fatti riportati da Fulvio Bianchi e ci avesse ragionato con la propria testa. Invece è da tre anni che tutti i giornali (compresa Repubblica) danno una lettura a senso unico dello scandalo del 2006 gestito, da par suo, dal prof. Guido Rossi: Moggi teneva in pugno gli arbitri, telefonava loro decine di volte prima di una partita con le schede segrete, Giraudo non telefonava ma era anche lui un delinquente, e quindi è stato giusto mandare la Juve in B: anzi, meritava di peggio, perché Calciopoli è stato lo scandalo più grave del calcio italiano. Sono, invece, tre anni che dello spionaggio di Tavaroli sul mondo del calcio, sui committenti e sull'utilizzo c'è una specie di black-out, come se l'argomento fosse tabù, quasi fosse pericoloso occuparsene.
Riportando le parole di Bergamo, ieri Repubblica è stata costretta a scrivere che "non è finita qui: questa è Farsopoli, non Calciopoli, e i fuochi d'artificio stanno per arrivare": e così su uno dei più importanti giornali nazionali si è accennato, dopo tre anni, ad una possibile Farsopoli, addirittura con la f maiuscola, come se l'autore dell'articolo sottintendesse qualcosa di grosso, di importante.
Questa, secondo la nostra Associazione, non è più un'ipotesi di scuola, questo vuol dire aver voglia di ragionare sullo scandalo del 2006 e tutte le sue sfaccettature: e chi volesse approfondire l'argomento può raccogliere dati, fatti e avvenimenti come sono riportati nell'apposita sezione del nostro sito. Che non a caso abbiamo titolato, fin da subito, proprio Farsopoli.
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Spie e ladroni; Moratti e Bergamo. Farsopoli o Calciopoli.
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