Passata l’estate tornano a parlare le aule dei Tribunali. A metà ottobre a Napoli ripartiranno le udienze del Processo cosiddetto “Calciopoli”, per quanto riguarda il rito ordinario, mentre alla fine dello stesso mese sono previste, salvo ritardi, le prime sentenze del rito abbreviato, chiesto tra gli altri da Antonio Giraudo.
Più passa il tempo e più lo scandalo che tenne banco nell’estate del 2006, incentrato sulla contiguità di rapporti tra designatori arbitrali e alcune società calcistiche professionistiche (Fiorentina, Juventus, Lazio e Milan) assume sempre più i contorni della “bufala del secolo”.
Le accuse di associazione a delinquere, formulate dai pubblici ministeri, sembrano destinate a fallire miseramente, perché in realtà sarebbe stato più opportuno parlare di errori di politica sportiva risalenti alla stagione sportiva 1999/2000, quella che venne inaugurata dalla ormai celeberrima “cena delle sette sorelle”, svoltasi a casa dell’allora Presidente di Lega, Franco Carraro, e alla quale presero parte dirigenti in rappresentanza delle squadre di Serie A più forti economicamente (Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Parma e Roma). Queste sette società, a discapito di tutte le altre partecipanti a quel campionato, ebbero il privilegio di esprimere una preferenza sul nominativo del designatore arbitrale.
I giornali dell’epoca ne parlarono abbondantemente, con commenti che sarebbe opportuno rileggere; quel che lascia perplessi, invece, è come gli stessi giornalisti nel 2006, all’uscita delle prime intercettazioni sui giornali, mostrarono stupore e sdegno, fingendo di non ricordare qual era stata l’origine di questi rapporti.
Ripercorriamo dunque i passi salienti riportati dai giornali dell’epoca, allo scopo di sottolineare la difformità di giudizio e la carenza di “memoria”.
“Come sarebbe andata a finire, lo si era già capito in mattinata, quando nei corridoi del Coni, prima e dopo la Giunta, Carraro e Nizzola si sono fatti vedere praticamente a braccetto, ostentando una chiara intesa che era già maturata il pomeriggio precedente, e che nella notte delle sette sorelle del calcio che conta era stata ulteriormente certificata a casa Carraro. Proprio lì è maturata l’idea dell’accoppiata Pairetto-Bergamo” Ruggiero Palombo – Gazzetta dello Sport – 16 Luglio 1999
“Due gusti sono meglio che uno… due designatori al posto di uno. Io sospetto, tu controlli. Inutile bendarsi gli occhi, turarsi naso e orecchie: la decisione matura all’ombra di sfiducie reciproche, condimento d’ogni club calcistico che si rispetti” Ruggiero Palombo – Gazzetta dello Sport – 16 Luglio 1999
“A proposito di precauzioni e anche per stemperare una certa seriosità del calendario. Come si sentirà Pairetto di Nichelino, malignamente dato in quota bianconera, a estrarre dall’urna il nome dell’arbitro per il derby ritrovato Torino – Juventus del prossimo 7 novembre? Pairetto ribatte sorridente “L’estrazione la farò fare ad un ragazzino bendato”. Gianni Bondini – Gazzetta dello Sport – 30 Luglio 1999
“Per quanto riguarda gli assistenti dell’arbitro e il quarto ufficiale di gara, questi saranno designati direttamente prima del sorteggio. La novità non è di poco conto. Lo sa bene il designatore Paolo Bergamo, che la notte sogna ancora la bandierina alzata del suo guardalinee Giuliano Soncini che annulla (sbagliando) il famoso gol di Turone in Juventus – Roma del 1981……. Ma scommettiamo che alla seconda (alla prima no, son tutti generosi) bandierina alzata a vanvera, ci sarà quel tale presidente pronto a parlare di congiure? Federazione avvertita, mezza salvata”. Ruggiero Palombo – Gazzetta dello Sport – 07 Agosto 1999
“Il campionato piomba in un calcio già paranoico….e con la violenta polemica degli arbitri. Non solo una battaglia contro il professionismo selvaggio ma contro quella specie di lottizzazione voluta dalla Lega e accettata, al solito, dalla Federcalcio. La denuncia di Boggi parla di “asservimento ai poteri forti”, c’è il forte rischio di arbitri comprati e venduti. Il sorteggio era un falso problema e i due designatori fanno ridere più dei carabinieri. Bergamo l’ha voluto Carraro, Pairetto l’ha piazzato Nizzola con un chiaro messaggio alle società più forti, Milan e Juventus in testa: chiedete e vi sarà dato”. Maurizio Crosetti – Repubblica – 23 Agosto 1999
“Il sorteggio arbitrale non è sospetto. Ma è fatto in modo da creare sospetti e favorire ambiguità. Nessuno, a priori, è ostile ai designatori. Però è anomalo che un sistema arbitrale ne abbia due e ancora più anomalo che nessuno dei due smentisca di avere garanti: Carraro, Presidente della Lega, per Bergamo e Nizzola, Presidente della Figc, per Pairetto. E’ strano poi che Bergamo e Pairetto non abbiano neppure negato di capeggiare due partiti diversi di arbitri. Ed è perlomeno irritale che, sia l’uno che l’altro, abbiano ottenuto il gradimento delle società più potenti. Dunque è spiacevole tutto ciò che sta intorno al sorteggio, non il sorteggio, anche se quello integrale segnò, di fatto, il fallimento dell’organizzazione arbitrale (altro che l’aspirina di cui parlò Carraro) e questo, per fasce, ha avviato ufficialmente il periodo della lottizzazione”. Giancarlo Padovan – Corriere della Sera – 16 Dicembre 1999
“Pairetto e Bergamo, due anni fa grandi amici, hanno trovato una miracolosa pace edificata sulla lottizzazione di quella classe arbitrale che dovrebbe essere a garanzia della regolarità del campionato” Fabio Monti – Corriere della Sera – 14 Gennaio 2000
“Prima di fare bisognerebbe essere in condizione di fare. Come si interviene sugli arbitri adesso dopo che è passata la lottizzazione dei designatori? Dopo che guadagnano quello che guadagnano? La storia viene da lontano. Le colpe non vanno mai scaricate. La Federazione si è svegliata tardi. Non è questo il modo di mettere a posto una situazione che non va” Antonio Matarrese intervistato dalla Gazzetta dello Sport in merito alle polemiche sugli arbitraggi della Roma – 29 gennaio 2003
“Ora a chiedere le dimissioni di Bergamo e Pairetto sono anche i più accaniti difensori di Carraro e cioè dell’uomo che li ha voluti cinque anni fa, quando era Presidente della Lega e quindi non aveva diritto di scegliere i designatori. Ma il fatto è che allora Bergamo e Pairetto almeno sapevano da chi dipendere: uno, Bergamo, era stato indicato dalle tre sorelle del nord (Juve, Milan e Inter), l’altro, Pairetto, dalle quattro sorelle del centro-sud (Roma, Lazio, Fiorentina, Parma). Carraro era il garante dell’inciucio.” Gianfranco Teotino – Il Romanista – 28 Settembre 2004
“Non condivisi – ed è ben noto a tutti gli addetti ai lavori – la soluzione del doppio designatore, ciò naturalmente non per problemi personali o per sfiducia nei confronti dei dirigenti individuati, ma perché quella scelta certificava una cultura spartitoria ed una logica di contrappesi fra alcuni grandi clubs che mortificava di fatto tutti” Pag. 9 del programma del candidato Giancarlo Abete alle elezioni alla Presidenza Figc (dicembre 2004)
“Alcuni anni fa mi sembrò che fosse sbagliato il ricorso al doppio designatore. Il designatore arbitrale viene indicato dal Presidente Figc, d’intesa col Presidente A.I.A….. Il Presidente Carraro ha assunto l’impegno di ascoltare tutte le società della Lega. La titolarità, però, è dei vertici Figc e Aia. Il futuro per noi comincia quando finirà la stagione agonistica. Le qualità di Bergamo e Pairetto non sono in discussione e io non entro nel termine tecnico a livello di metodo, però, si diede l’impressione di un compromesso legato ad una logica di spartizione.” Giancarlo Abete intervistato da “Radio anch’io sport” – 21 febbraio 2005
E’ significativo riportare a questo punto un recente commento di Carraro, rilasciato qualche settimana fa:
“La Federazione è stata investita da una specie di tsunami e ovviamente c’è una responsabilità oggettiva di politica sportiva del Presidente della Federazione e, secondo, non elimina quelli che possono essere stati errori di politica sportiva che io ho compiuto, che ho compiuto in buona fede, ma che ho compiuto” Franco Carraro – Conferenza Stampa – 15 luglio 2009
Come i nostri lettori ricorderanno in seguito allo scandalo del 2006 rimasero coinvolte nei processi sportivi solo quattro sorelle (Fiorentina, Juventus, Lazio e Milan). Il Parma di Tanzi si era dissolto nel fango dello scandalo Parmalat e nel frattempo era tornato una provinciale. Fiorentina, Milan e Lazio limitarono i danni tirando fuori le unghie. La Juventus rinunciò a difendersi, preferendo approfittare dello scandalo per regolare alcuni conti interni alla proprietà. La Roma e l’Inter, inspiegabilmente, rimasero indenni, pur essendo ormai provati i rapporti tra queste due società e i designatori.
Un giornalismo senza memoria
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