Com'era prevedibile, alla furbata di Mourinho, "offeso e preoccupato" per il pronostico di Lippi, è seguito il solito dibattito senza capo né coda. Ne abbiamo viste e sentite di tutti colori, ma una voce è rimasta muta, quella della Procura Federale: un tesserato ha accusato gli arbitri di farsi condizionare dalle parole del nostro C.T. nazionale, ha messo in dubbio la loro buonafede e il dott. Palazzi non ha fatto una piega. Qualche giorno fa i comunicati federali ci hanno informato dell'apertura di un fascicolo, perché una società semi-professionistica aveva pagato delle tasse con un giorno di ritardo, ma di fascicoli su chi lede l'onorabilità del nostro campionato neppure l'ombra, come se la Procura Federale fosse strabica, occhio di lince sugli F24 delle piccole società in lite con le banche e orecchie tappate sulle conferenze sponsorizzate alla Pinetina.
Sui giornali di oggi intervengono, per gettare un po' di fumo negli occhi, Abete e Collina; Abete dice che si tratta solo di uno "scambio di battute" (e viene da pensare amaramente a Carraro che aveva definito "battute da osteria" le intercettazioni della Procura di Torino su Moggi e Giraudo), mentre il designatore, da testa lucida qual è, accusa Mourinho di mancanza di rispetto e, scrive La Stampa, lo sanziona col cartellino giallo perché "Gli arbitri sono liberi, ci rispetti".
Il simbolico giallo di Collina, però, non può chiudere la questione disciplinare, anzi la spalanca a cielo aperto. Qui non si tratta di mancanza di rispetto o di furbizia mediatica, qui si tratta di un articolo del Codice di Giustizia Sportiva (il 5), che fa divieto ai tesserati "di esprimere pubblicamente giudizi o rilievi lesivi della reputazione di persone, di società o di organi operanti nell'ambito del Coni, della Figc, dell'Uefa o della Fifa". Il signor José Mourinho, con l'Inter apertamente schierata al suo fianco, con dichiarazioni di questa specie sta giocando dal suo arrivo in Italia: era parso che con la furbata della "prostituzione intellettuale" si fosse raschiato il fondo del barile (o della fogna?), ma adesso siamo alle accuse e ai sospetti ancora prima che il campionato sia iniziato. Una specie di avviso ai naviganti che, se non venisse ritenuto lesivo dell'onorabilità degli arbitri, sarebbe davvero gravissimo perché equivarrebbe ad ammettere che quella onorabilità è al di sotto di qualunque sospetto.
Collina, infatti, è intervenuto, ma Palazzi, altre volte più veloce della luce, no, e non è la prima volta che il dott. Palazzi resta come intimidito davanti a comportamenti, riconducibili all'Inter, non conformi alla normativa federale e in qualche caso anche pesantemente sanzionabili.
Due anni fa, vale la pena ricordarlo, era stato lui l'artefice della sentenza, inquietante secondo qualcuno, di "non procedibilità" per l'attività di spionaggio che la società di Massimo Moratti aveva reiteratamente messo in atto nei confronti di propri tesserati e del mondo del calcio; per la prima volta che si ricordi, la giustizia sportiva, davanti all'esistenza oggettiva di un "fatto sleale", si era trattenuta dal sanzionare la società cui era addebitato perché non poteva contemporaneamente punire l'autore, frattanto deceduto.
Più di recente c'è stato l'episodio di Moratti che ha trattato la compravendita di calciatori con un tesserato inibito, il presidente Preziosi; c'era il precedente della sanzione comminata per lo stesso reato al d.s. della Juve, Secco, ma Palazzi non ha fatto niente lo stesso. Non è stato aperto nessun fascicolo e, quando un autorevole giornalista della Stampa gli ha chiesto la motivazione, il super-procuratore ha dato una risposta che, se Leonardo Sciascia fosse ancora tra noi, l'avrebbe utilizzata in uno dei suoi romanzi.
Adesso ecco le dichiarazioni di Mourinho per cui gli arbitri si muoverebbero a comando: aprirà un fascicolo il dott. Palazzi o non vedrà, non sentirà e non parlerà? Staremo in guardia, ma intanto non possiamo non notare che questa timidezza della Procura Federale nei confronti dell'Internazionale di Milano è un'anomalia ormai inaccettabile.
Anche perché l'Inter di Moratti nel frattempo, così risulta sugli album delle figurine, avrebbe vinto tre campionati, uno di seguito all'altro e qualcuno, sospetto per sospetto, potrebbe anche vederci un rapporto di causa ed effetto. A proposito di sospetti, ieri sul Corsera (il giornale che fa opinione) c'era una intera pagina dominata dal megatitolo "Parole e sospetti", nella quale Arrigo Sacchi diceva testualmente: "In un mondo non puro come quello del calcio qualsiasi frase può generare sospetti".
Anche Sacchi sembra un po' distratto, perché lo scorso campionato, quando a Siena l'Inter realizzò una rete grazie ad un fuorigioco di gruppo, lui (e tutti i commentatori come lui) si era precipitato a dire che adesso gli arbitri sbagliano involontariamente; oggi invece, stranamente, gli viene in mente che il mondo del calcio non è puro e che le parole possono seminare sospetti.
In ogni caso, per quanto ci riguarda, non facciamo riferimento a frasi, abbiamo riportato fatti e dati precisi di comportamenti della giustizia sportiva che fanno pensare.
Aspettiamo di vedere il comportamento del dott. Palazzi; poi ogni lettore sarà in grado di rispondere da solo.
Ma la procura federale non è competente per l'Inter?
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