Sembrava che per la Lazio e Mauri il giorno dell'eventuale giudizio non fosse ancora alle porte, che Palazzi stesse aspettando qualcosa da Cremona: ora le cose sembrano cambiate e alcuni media hanno cominciato a parlare di un imminente (si parla di inizio febbraio) deferimento per Mauri e la Lazio. La svolta potrebbe essere stata determinata dal fatto che il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Di Martino non abbia ottenuto quanto si aspettava della deposizione di Almir Gegic, ritenuto il numero due, dopo Ilievski, della cosiddetta banda degli Zingari, che sarebbe responsabile della maggior parte delle gare taroccate di serie A e B e di Lega Pro. Lo avrebbe trovato reticente e vago su più punti, racconta Ceniti sulla Gazzetta, e questo avrebbe scritto nella relazione al Gip Salvini nella relazione in cui si dichiarava contrario alla sua scarcerazione, infatti non accordata. Gegic si sarebbe sempre nascosto dietro llievski: per esempio anche nel caso di Lazio-Genoa, presunta combine di cui Almir afferma di non sapere nulla, che l'avrà fatto il capo; ma sta di fatto che invece è a lui che proprio il capo telefona primo di incontrarsi con Zamperini e recarsi poi prima a Formello e poi nel ritiro del Genoa. Stante la situzione di stallo di Cremona, in attesa di sviluppi che dovrebbero arrivare dal lavoro della Mobile e dello Sco in relazione all'identificazione di Mister X, il misterioso personaggio che avrebbe girato a Gegic le dritte sulle scommesse, un individuo sulla sessantina che girava con dieci telefonini, che aveva probabili frequentazioni con ambienti criminali e rapporti con dirigenti, amministratori e allenatori di serie A e anche con un calciatore coinvolto nell'inchiesta.
A questo punto Palazzi, concluso il lavoro sul Napoli, potrebbe aver deciso di rompere gli indugi e di occuparsi della questione Lazio; del resto Abete ha ripetuto sino alla noia che la giustizia sportiva è autonoma e non può aspettare i tempi lunghi di quella ordinaria; e il procuratore federale ha probabilmente già in mano quanto gli serve. Soprattutto le testimonianze dei pentiti (guest star in questo caso è Gervasoni); e sappiamo quanto Palazzi abbia usato in maniera preponderante questo strumento in tutta Scommessopoli, pur con tutti i rischi e le storture che ciò può comportare, per esempio in termini di premialità delle vere mele marce, quelle che hanno venduto la lealtà per soldi, quelle dunque che l'etica, questa sconosciuta, vorrebbe allontanate per sempre. E' pur vero che Gervasoni è uscito un po' ammaccato nella sua credibilità dal lodo del Tnas che ha portato alla cancellazione della squalifica di 3 anni e 6 mesi al portiere ex Novara Alberto Fontana, ma non sarebbe la prima volta (Carobbio docet) che un pentito viene considerato attendibile a corrente alternata. E infatti, nel lodo stesso del Tnas Gervasoni viene presentato come "personaggio di spicco della vicenda del calcio scommesse e per questo perseguito dalla Giustizia penale, come tale privo di qualsiasi spessore morale e non meritevole di credito in quanto tale. Insomma, un personaggio per il quale non doveva costituire un grave problema di coscienza 'mettere in mezzo' un innocente pur di conseguire un utile personale". Quindi una condizione comune a tutti i pentiti; e infatti, come avvenne anche per Carobbio, più avanti si precisa che "il generico interesse a fruire di benefici premiali non intacca, di per sé, la credibilità delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia (quale può considerarsi latamente ed impropriamente il Gervasoni). Sicché la cd. valutazione frazionata delle dichiarazioni accusatorie provenienti da chiamante in correità comporta che l'attendibilità del dichiarante, anche se denegata per una parte del suo racconto, non viene necessariamente meno con riguardo alle altre parti". Insomma la solita credibilità a fasi alterne.
In realtà, facendo una piccola digressione, più che Gervasoni, il lodo Fontana ha bacchettato la giustizia sportiva, il che forse potrebbe indurre la Disciplinare e la Corte di Giustizia Federale ad addurre motivazioni più credibili: "il Collegio ... non può non rilevare come le motivazioni addotte prima dalla CDN e poi dalla CGF costituiscano un classico esempio di motivazione assente e travisata. In un quadro (non) probatorio come sopra ampiamente riportato non possono, infatti, che suscitare perplessità affermazioni del tipo 'dichiarazioni rese in varie occasioni (in realtà, per Fontana, una sola innanzi al PM, n.d.r.)', 'dovizia di particolari descrittivi' (nessun particolare per Fontana, n.d.r. ), 'dichiarazioni ( del Gervasoni, n.d.r.) che risultano (tutt’altro che, n.d.r.) credibili ed attendibili' [v. pag. 44 del CU n. 101/CDN]".
Naturalmente le voci hanno subito fatto infuriare il presidente biancoceleste Lotito che, come De Laurentiis, ha cominciato a gridare al campionato falsato (come se la squalifica di Conte, pur anche giudicato per fatti commessi altrove, non avesse già condizionato quello della Juve; e come se la Lazio, a inizio campionato, non sapesse di questa spada di Damocle che pendeva sul suo capo); anche se in realtà si dice sereno: "I nostri legali hanno preso informazioni e sono tranquilli. Siamo fuori da tutto". Ma sereno fino a un certo punto: "Rimarremmo allibiti se succedesse qualcosa che riteniamo non giustificato, non corretto e non giusto. Se la stessa giustizia penale ha ritenuto di dover prorogare i termini di sei mesi... Avesse avuto le prove avrebbe chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio. Non si capisce perchè in questa fase qualcuno si assume la responsabilità di fare una scelta che comporta danni gravi e irreparabili. Perché una volta che li hai fatti questi danni come li recuperi? "In una competizione chiusa come il campionato italiano se Lei toglie due punti oggi e due punti domani anche dal punto di vista psicologico... Questo è il sistema per far scoppiare casino".
In realtà più casino di così è difficile, in questo pastrocchio totale che è stato ed è il calcioscommesse. La Lazio potrebbe dover pagare gli stessi guasti della giustizia sportiva che altri hanno già pagato, stanno pagando e/o pagheranno. Lo so, mal comune mezzo gaudio è solo un modo di dire, i guai bruciano solo e comunque quando si provano sulla propria pelle.
Ma lasciamo il presidente Lotito alle sue certezze e ai suo dubbi e vediamo cosa c'è, a 360° e non solo in riferimento alla Lazio, in quelle due controverse partite sotto la lente di Palazzi. Si tratta di Lazio-Genoa (4-2) del 14 maggio 2011 e di Lecce-Lazio (2-4) del 22 maggio 2011.
Per Lazio Genoa (QUI gli highlights della gara) si parte dalla deposizione del pentito Carlo Gervasoni ex AlbinoLeffe, Cremonese, Piacenza): "Quanto alla partita Lazio-Genoa, terminata 4-2, ho appreso da Gegic che gli slavi si incontrarono, lo stesso giorno della partita, che venne disputata alle 18, con Zamperini (giocatore-faccendiere ora agli arresti ndr) che poi li mise in contatto con Mauri, della Lazio. Successivamente so, sempre da Gegic, che gli slavi si incontrarono anche con Milanetto, del Genoa il quale a sua volta interessò altri giocatori della sua squadra. Gegic mi disse che il risultato concordato fu un over riferito al primo tempo. Il risultato è stato raggiunto in quanto il primo tempo si concluse con il risultato di 1-1, appunto riferibile a un over per il primo tempo".
L'11 gennaio 2012 il procuratore della Repubblica di Cremona dichiarava: "Alcuni degli accertamenti tecnici effettuati nell'inchiesta sul calcio scommesse confermano che, nelle intercettazioni, le parole dell'ex portiere della Cremonese e del Benevento Marco Paoloni non erano delle millanterie, né in riferimento a Lazio-Genoa, né sul ruolo del leccese Corvia nella vicenda".
Poi Foschini e Mensurati l'11 marzo 2012 pubblicano su repubblica.it un'intervista a Hristiyan Ilievski, latitante in Macedonia, a Skopje: «"Non avete capito niente. Lazio-Genoa l'ha fatta Sculli, non Mauri". Sculli? Sicuro? "Sculli. Con gli amici suoi di Genova. Al cento per cento. Anzi no, a un milione per cento. Se volete ve ne parlo"». E lo fa: '"Un sacco di soldi li abbiamo fatti anche con Lazio-Genoa. È andata così: io cercavo da un po' di parlare con qualcuno della Lazio, per avere informazioni sicure. Ma non ci riuscivo. Sono andato a Formello, vero, ma lì non ho incontrato nessuno. Però mi hanno detto: "Guarda che la partita è fatta. L'ha fatta Sculli. L'accordo è 1-1 per il primo tempo, poi nel secondo tempo partita vera, anche se alla fine il Genoa ha poi dato i tre punti alla Lazio che doveva andare in Champions" (la circostanza risulta anche dagli atti dell'indagine, mentre Sculli al Quello che "ha detto" è Zamperini? "Non sono uno scarafaggio, io. Il nome di Zamperini non lo farò mai. Gli ho rovinato la vita chiedendogli di trovarmi delle informazioni sul campionato di Serie A e adesso lo difenderò fino alla fine. Non sono come Gervasoni, uno che fa le estorsioni. Dopo la prima parte dell'inchiesta, quest'estate voleva andare da Mauri, "se non mi dà un milione di euro vado a Cremona e racconto tutto", aveva detto. Quello che so io è che quella dritta era giusta, Sculli ha "fatto" la partita e io ci ho guadagnato un sacco di soldi. E come me mezzo Lazio, inteso come regione, lo sapevano tutti". E ancora: «"La storia di Sculli io l'ho solo sentita dire. Non so niente di più, né tantomeno conosco il giocatore. Di certo la vicenda di Zamperini e Mauri è completamente inventata: l'1-1 al primo tempo l'hanno fatto gli altri, non certo noi! Andate a vedere quanta gente nella regione Lazio ha giocato su quel risultato."».
E nel verbale dell'interrogatorio di Gervasoni del 12 marzo 2012 a Cremona troviamo il racconto dettagliato di quanto sarebbe accaduto prima di Lazio-Genoa (in parte riscontrato anche dall'incrocio con le celle telefoniche dei cellulari dei protagonisti): "Zamperini e Ilievski sono andati a Formello dove hanno incontrato Mauri. Non so quali altri calciatori della Lazio fossero coinvolti. Gli slavi puntavano sulla sconfitta del Genoa con l'over finale. In realtà ho appreso che alcuni giocatori della Lazio avevano già scommesso su un risultato diverso. Dopo aver parlato con i propri referenti Mauri e Milanetto, Zamperini e Ilievski erano giunti alla conclusione che dovevano limitarsi a un over nel primo tempo con libertà per le squadre nel secondo tempo. Nei giorni successivi Ilievski mi mostrò una foto sul proprio cellulare che lo ritraeva abbracciato a Mauri... Le scommesse dei giocatori della Lazio erano state effettuate presso un amico di Zamperini".
Anche per Lecce-Lazio (QUI la sintesi della partita) parte dalla deposizione di Gervasoni: "Gegic mi disse che, tramite Zamperini, lui e gli slavi si misero nuovamente in contatto con Mauri per manipolare la partita. Furono corrotti 6 o 7 giocatori del Lecce tra i quali Benussi (ma il portiere era Benassi ndr) e Rosati“.
Una conferma è arrivata poi dalla cosiddetta "pista ungherese": Un calciatore locale, Gabor Horvath, interrogato su rogatoria a fine 2012, ammise di aver fatto parte dell'organizzazione internazionale che manipolava le partite, quella del singaporiano Tan Seet Eng. E “proprio in tale contesto” scrive l’informativa Sco allegata agli atti di Cremona “avrebbe fornito indicazioni circa l'alterazione della partita di calcio Lecce-Lazio del campionato 2010-2011, giocata il 22 maggio 2011”. L’incontro fu vinto dai biancocelesti per 4-2 e caratterizzato, secondo molti bookmakers, da volumi di puntate anomali su over e punteggio esatto. Il Lecce festeggiò comunque la salvezza, la Lazio tornò in Europa e in parecchi incassarono ingenti vincite .
E nel verbale dell'interrogatorio di Gervasoni del 12 marzo 2003 a Cremona si legge: "La combine fu possibile per l' interessamento di Zamperini. Ilievski e Gegic sentirono Zamperini che disse che tutto era a posto perché la Lazio vincesse con un over con due gol di scarto. Zamperini si mise in contatto con Mauri, non so quale sia stato il contatto per arrivare ai giocatori del Lecce. Quello che posso dire è che tutte e due le squadre furono coinvolte. Gecic disse che aveva investito circa 400mila euro per pagare i giocatori di entrambe le squadre. Confermo i nomi che ho già indicato del Lecce, cioè i due portieri Rosati e Benassi. Ricordo che il primo fu espulso e subentrò il secondo (...) Gegic mi disse che erano coinvolti altri due o tre giocatori della Lazio e tre o quattro del Lecce".
Nel verbale dell'interrogatorio di Alessandro Zamperini del 27 dicembre 2011 si legge: "Quando ero già da un giorno a Lecce, mi ha telefonato Hilievsky e mi ha detto che stava per arrivare anche lui. Mi ha invitato altresì a prenotargli una stanza in albergo, cosa che io ho fatto utilizzando il telefono di Palmieri lasciando quel cellulare come recapito telefonico. In seguito è arrivato Hilievsky e ci siamo incontrati. Il predetto ha ribadito il suo interesse affinché incontrassi giocatori del Lecce precisandomi che era interessato a combinare la partita tra il Lecce e la Lazio. Io in effetti ho incontrato il mio amico Ferrario Stefano e gli ho accennato a questo interesse dell’Hilievsky in ordine a quella partita. Il Ferrario, tuttavia, si è rifiutato di incontrare l’Hilievsky rappresentando che lui non avrebbe disputato quell’incontro e comunque non era disposto a fare quel genere di cose. Il giorno successivo a quello in cui io avevo iniziato il mio soggiorno presso l’hotel Tiziano, era sopraggiunta anche la squadra del Lecce".
E in proposito ci sono le tracce telefoniche lasciate in particolare proprio da Zamperini che, scrivono gli inquirenti, "Con l'approssimarsi dell'evento calcistico è sempre più freneticamente impegnato nella triangolazione telefonica con le persone evidentemente coinvolte nella pianificazione del risultato finale della partita". A partita finita, dopo la mezzanotte e fino all' 1.14, Zamperini parlava con Ilievski, e per due volte con Ferrario e con Mauri, "a palese conferma dell' avvenuta alterazione della partita", sottolinea il giudice. E a Mauri le telefonate sarebbero arrivate su una scheda 'coperta, come scrive l'ordinanza di 488 pagine firmata dal gip Salvini che il 28 maggio 2012 ha portato Mauri in carcere, ordinanza poi finita sul tavolo del Procuratore federale: "Tali rapporti Mauri li teneva in particolare con una scheda 'dedicata', intestata a Romano Samantha, quest’ultima in relazione sentimentale con Aureli, alla cui Agenzia Mauri ed altri associati si appoggiavano per le scommesse illegali".
Questi, a grandi linee, i punti e i documenti su cui poggiano gli elementi cardine che fanno presumere taroccate le due gare. Poi ora spetta al Procuratore federale valutare se siano sufficienti per portare ai deferimenti, o anche all'estremo opposto, che sarebbe l'archiviazione, o se riterrà di attendere gli sviluppi che potrebbero giungere dalla giustizia ordinaria, strada peraltro non seguita negli altri 'casi' sinora vagliati. Non avrebbe senso comunque parlare di campionato falsato, perché sarebbe vieppiù falsato se alcuni pagassero quest'anno ed altri traessero vantaggio dalla situazione cavandosela con un 'pagherò'.
Anche perché alla Lazio stessa così come a Mauri, che si dicono sereni e certi della loro estraneità ai fatti, non converrebbe subito chiudere la questione e tacitare qualsiasi sospetto e polemica, prima che il casino diventi un immane bordello?
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