Quando si parla di “caso Mastronunzio”, bene o male sappiamo tutti a cosa ci stiamo riferendo. Stiamo parlando della storia di quel calciatore che, per il rifiuto di aderire alla combine di AlbinoLeffe-Siena, venne messo fuori rosa dal suo allenatore; parliamo della vicenda che più di ogni altra cosa, più del carattere accentratore, più del “non poteva non sapere” in relazione a Stellini, è valsa la conferma della condanna a 10 mesi del tecnico bianconero da parte della Corte di Giustizia Federale.
Perché Conte - ricorda la CGF - davvero non poteva essere all'oscuro di quella combine, se escluse dalla rosa l'unico giocatore che ad essa si oppose. Non c'è il solo Carobbio a parlare di questa esclusione: risulta per tabulas, e di essa Conte non ha fornito alcuna giustificazione alternativa valida, credibile. Per tutte queste ragioni non possono esserci dubbi che Conte sapesse, ed abbia taciuto, dell'illecito.
In quest’articolo si ripercorrerà, tramite un elenco puntato, la storia di questo avvincente thriller, di quello che è stato ribattezzato, a ragione, lo "strano caso di Salvatore Mastronunzio".
1) Prima che Carobbio si ricordi dell’esclusione del giocatore dalla rosa, passano bene o male sei o sette mesi: viene arrestato il 19 dicembre 2011 nell'ambito della seconda tranche dell'inchiesta "Last Bet" e al GIP di Cremona Salvini, il 20 dicembre, durante l’interrogatorio di garanzia, della vicenda non riferisce alcunché; va alla Procura di Cremona il 19 gennaio 2012 e qui, sul punto, nemmeno una parola; il 29 febbraio alla Procura Federale racconta per la prima volta di Conte e di AlbinoLeffe-Siena, parla della genesi della combine, parla di Conte, Stellini, Terzi, Coppola, Garlini, Bombardini, Sala, Passoni e Poloni, parla dei discorsi che si fecero sull’accordo nel corso della settimana, parla dell’incontro fuori dall’albergo del ritiro senese tra esponenti del Siena e dell’Albinoleffe, è in pratica un fiume in piena ma, attenzione, su Mastronunzio il nulla; il 17 aprile torna alla Procura di Cremona, racconta nuovamente di AlbinoLeffe-Siena, arricchisce quel racconto fatto alla Procura ma della “Vipera”, ancora, nessuna traccia; è infine il 10 luglio 2012, sempre alla Procura Federale, al quinto interrogatorio complessivo, che, illuminato, in una sorta di recupero da amnesia, a Carobbio sovviene quell’esclusione comminata da Conte al suo ex compagno di stanza.
2) Qualche apologeta potrebbe affermare che, se Carobbio non ha tirato prima in ballo Mastronunzio, lo avrà fatto per difendere quello che era un suo caro amico, il suo compagno di stanza, la persona con la quale aveva condiviso anche l’esperienza allo Spezia nel 2011/2012. In realtà Carobbio di Mastronunzio parla già il 29 febbraio, e non per ricordare alla Procura quanto gli volesse bene: lo accusa di aver partecipato alla combine di AlbinoLeffe-Ancona del 30.05.2009.
Il pentito dunque nello stesso verbale parla di AlbinoLeffe-Siena, e parla pure di Mastronunzio, seppure in relazione ad un’altra gara. Ma i due neuroni, evidentemente, non gli si collegano, dato che di Mastronunzio e della sua esclusione per AlbinoLeffe-Siena sembra non serbare alcun ricordo. Soltanto il 10 luglio, dopo un altro interrogatorio al PM di Cremona (17 aprile 2012), parlerà del fattaccio.
3) In quel 10 luglio 2012, dunque, per la prima volta Carobbio racconta di come Mastronunzio si oppose alla combine di AlbinoLeffe-Siena e venne perciò fatto fuori dal suo tecnico. Ma in che modo può conciliarsi questa versione con quel "fummo tutti d'accordo, squadra ed allenatore, di lasciare il risultato all'Albinoleffe" presente nel verbale della precedente audizione alla Procura Federale, quella del 29 febbraio 2012?
4) Dell'esclusione di Mastronunzio, come si è detto, Carobbio parla per la prima volta il 10 luglio. L'esclusione viene collocata temporalmente in “qualche giorno prima di Ascoli-Siena”, che è incontro del 14 maggio 2011, terzultima giornata di campionato. E’ già in tale occasione, dice Carobbio, che Conte avrebbe chiesto ai suoi giocatori se fossero d'accordo a tener fede o meno a quanto pattuito all’andata. Il tecnico dunque avrebbe affrontato l’argomento combine addirittura 15 giorni prima della partita incriminata, ultima di campionato, disputatasi il 29 maggio 2011. Non aveva altro a cui pensare Conte?
5) Per la decisione definitiva di aderire alla combine, Carobbio in realtà non fornisce una precisa collocazione temporale: nel verbale del 29 febbraio raccontava che se ne discusse nella settimana di AlbinoLeffe-Siena e poi furono tutti d'accordo; il 17 aprile va dal PM e conferma ed arricchisce questo racconto, dicendo che la decisione sarebbe stata presa, similmente a Novara-Siena, "in una riunione tecnica", "che si svolgeva in occasione di un allenamento qualche giorno prima della partita di ritorno"; nel verbale del 10 luglio, infine ed invece, riferisce che già prima di Ascoli-Siena si prese la decisione mediante una conta, per così dire, di chi era d'accordo e chi no, con Mastronunzio unico giocatore a tirarsi fuori. Quando venne presa, orbene, questa decisione?
6) Abbiamo detto che Conte avrebbe parlato della combine almeno 15 giorni prima della gara. Questo largo anticipo appare francamente incomprensibile già solo se si pensa che ai tempi di Ascoli-Siena l'AlbinoLeffe poteva ancora salvarsi prima dell’ultima di campionato col Siena. Conte non aveva di meglio da fare che parlare, 15 giorni prima, di una combine che magari neanche sarebbe stata necessaria?
7) Ai tempi di Ascoli-Siena la squadra toscana e l'Atalanta erano appaiate in testa alla classifica con 74 punti. Teoricamente, dunque, a tre giornate dal termine il Siena avrebbe potuto vincere il campionato anche con una giornata d’anticipo: bastavano due vittorie della squadra senese ed una sconfitta dell’Atalanta, in virtù degli scontri diretti a favore della squadra di Conte. Il Siena avrebbe quindi potuto vincere il campionato con una giornata d'anticipo, e magari lasciare poi i tre punti all'Albinoleffe, senza remore, nell'ultima di campionato.
Invece Conte, quasi non fosse minimamente interessato a vincere il torneo, decide di parlare 15 giorni prima della combine - che magari manco sarebbe stata necessaria, per ciò che s'è detto - di fatto distraendo e demoralizzando i suoi giocatori.
Ma Conte voleva vincerlo questo campionato? Stando a quanto riferisce Erodiani, stando alla ramanzina ai suoi giocatori dopo la sconfitta di Ascoli-Siena ("Conte terrà, arrabbiatissimo i suoi negli spogliatoi per mezz'ora, e il giornalista Rai presente all’epoca allo stadio racconterà di urla provenienti dallo spogliatoio"), si direbbe di sì.
Passi pure che gli accordi sono accordi e sarebbe stato scorretto se il Siena si fosse tirato indietro dopo la combine concordata all'andata. Ma che Conte non volesse vincere il campionato cercando di fare risultato contro Ascoli e Varese e guadagnare così il titolo con una gara di anticipo, distraendo i suoi giocatori e mettendo fuori rosa un Mastronunzio che gli sarebbe potuto servire allo scopo, appare tanto inverosimile quanto smentito dai fatti sopra riportati.
8) Ma di cosa, poi, si sarà parlato sia prima di Ascoli-Siena che nella settimana di AlbinoLeffe-Siena? Dell' "accordo raggiunto", dice Carobbio il 29 febbraio. In realtà al massimo si sarà discusso della bozza stabilita all’andata: l’accordo confermativo della combine infatti avviene appena la sera prima della partita, quando si incontrano giocatori del Siena e dell’Albinoleffe nell’albergo del ritiro senese. Evidentemente a partire da Ascoli-Siena, Conte e co. avranno discusso di una bozza d’accordo senza manco sapere se la controparte, dopo una prima adesione (dei soli Garlini e Bombardini, in realtà, dato che solo con loro parlarono Terzi e Carobbio), risalente al gennaio 2011, fosse ancora (?) disponibile a combinare l'incontro. Questa conferma, come si è detto, si sarebbe avuta infatti soltanto il giorno prima della gara. Diventa ancora più incredibile pensare che realmente Conte e soci possano aver discusso, 15 giorni prima dell'incontro, di quella che era soltanto una mera bozza d'accordo, quando la combine poteva ancora non essere necessaria (punto 6), e quando il Siena poteva ancora vincere il campionato con una giornata d’anticipo. (punto 7).
9) Dopo aver affrontato il discorso combine qualche giorno prima di Ascoli-Siena, dopo che in tale occasione Mastronunzio fu l’unico a dissociarsi, evidentemente nella settimana di Albinoleffe-Siena si discute nuovamente della gara, "in quanto alcuni avrebbero voluto tentare di vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio primo posto. Poi alla fine fummo tutti d'accordo” (verbale del 29 febbraio 2012).
Ma non si era già d'accordo prima di Ascoli-Siena, eccezion fatta per Mastronunzio?
Nella settimana di AlbinoLeffe-Siena, inoltre, Carobbio afferma che della combine si discusse "molto", a causa dei dubbi che alcuni avevano. Ma non se n'era già parlato abbondantemente prima di Ascoli-Siena, quando i giocatori avevano scelto se aderire o meno all'accordo? Possibile che vi fossero ancora dubbi dopo quella sorta di votazione?
10) Per Carobbio Mastronunzio si dissociò dalla combine e pertanto Conte lo mise fuori rosa. Non si capisce perché Conte si sarebbe dovuto comportare in tal maniera: non era forse molto più logico che il tecnico lasciasse semplicemente il giocatore in tribuna, o anche solo in panchina, per quella specifica gara?
Perché metterlo fuori rosa?
11) Sull’esclusione di Mastronunzio Carobbio afferma semplicemente che “l 'allenatore, prendendo atto della formale dissociazione di Mastronunzio, gli concesse di non partecipare né alle gare, né ai ritiri, limitando il suo impiego ai soli allenamenti”.
Che significa, innanzitutto, che Conte "gli concesse di non partecipare alle gare"? Mastronunzio non volle aderire soltanto alla combine di AlbinoLeffe-Siena: perché Conte avrebbe dovuto metterlo fuori rosa e non in panchina/tribuna? E perché avrebbe dovuto escluderlo anche per le gare contro Ascoli e Varese?
Anzi, più precisamente, perché Conte gli avrebbe addirittura "concesso di non partecipare" a questi due incontri, che precedevano l'ultima gara di campionato con l'AlbinoLeffe?
12) L’unica spiegazione plausibile per cui Conte avrebbe messo fuori rosa Mastronunzio sembra essere quella che il tecnico si sia risentito per il rifiuto del giocatore a partecipare alla combine. E' per ripicca dunque che lo avrebbe escluso, facendogli così saltare non solo AlbinoLeffe-Siena a cui non voleva partecipare, ma anche Ascoli-Siena e Siena-Varese.
Di “risentimento” però Carobbio non è che ne parli: egli non riferisce di alcuna reazione di Conte, non riporta le parole pronunciate dal tecnico, ma si limita soltanto ad affermare quanto riportato al punto precedente.
Ammettiamo però che Carobbio volesse intendere che in Conte, al rifiuto di Mastronunzio, fosse sorto un certo astio verso il suo calciatore. Ma Carobbio il 10 luglio non aveva affermato che il tecnico aveva solo chiesto (e non imposto) alla squadra se aderire alla combine o tirarsi indietro? E il rifiuto di Mastronunzio non era pertanto una delle due possibilità che Conte aveva lasciato ai suoi uomini? Perché allora avrebbe dovuto mettere fuori rosa un giocatore, per punizione, quando a Conte che si combinasse o meno l'incontro interessava, sostanzialmente, ben poco?
Preso atto del rifiuto, Conte avrebbe dovuto, in maniera serafica, semplicemente escludere Mastronunzio da quella specifica gara. E invece Conte lo mette fuori rosa, lo punisce, col rischio che quell'unico giocatore che aveva rifiutato la combine, per vendetta, possa denunciare il tutto alle autorità sportive.
13) Secondo Carobbio Mastronunzio si sarebbe dissociato dalla combine perché avrebbe voluto che analogo trattamento fosse riservato alla sua ex squadra, l’Ascoli, anch'essa bisognosa di punti all'epoca. Conte avrebbe rifiutato. E perché mai?
Erodiani ci dice che, contattato Stellini, quest'ultimo gli avrebbe riferito che Conte avrebbe voluto vincere il campionato. Possibile che poi il tecnico abbia deciso di lasciare la vittoria all'AlbinoLeffe per l'ultima gara della stagione?
Ma Palazzi dice la sua: se Conte si è rifiutato, è perché evidentemente non c'erano accordi stabiliti in precedenza, diversamente dal caso AlbinoLeffe. Questa motivazione, a mio avviso, è molto flebile. Ma accettiamola e proseguiamo oltre.
Mastronunzio chiederebbe che venga reso questo favore agli ascolani, dice Carobbio, perché egli era un ex giocatore di tale formazione ("In quella circostanza l'unico che volle dissociarsi fu Mastronunzio, il quale peraltro, in qualità di ex dell'Ascoli, disse che sarebbe stato disposto[...]").
Mastronunzio in realtà militò appena un anno nella squadra marchigiana, nel lontano 2003/2004 (anche se la CGF, incredibilmente, parlerà di “recenti trascorsi”), una stagione nella quale siglò appena 2 reti, in campionato giocò giusto 10 partite da titolare su 46 (solo una, tra l'altro, per tutti e novanta i minuti), e prese parte complessivamente a 24 gare su 46, per un minutaggio di appena 951 minuti.
Non si riesce a capire, dati alla mano, cosa potesse importare a Mastronunzio dell'Ascoli, al punto addirittura di rischiare di far saltare la combine e magari inimicarsi l'intero spogliatoio del Siena che si era infatti detto d'accordo nel lasciare i punti all'AlbinoLeffe.
A ciò va aggiunto che la storia calcistica di Mastronunzio è indissolubilmente legata a quella dell'Ancona, acerrima rivale, se non altro per ragioni geografiche, di quell'Ascoli che Mastronunzio, secondo Carobbio, avrebbe voluto favorire. E' ad Ancona che Mastronunzio rimase per tre anni, dal 2007-2010, e mai nella sua carriera più lunga è stata la sua permanenza in una società; è questa la squadra che aveva appena abbandonato per passare al Siena, quella per cui si potrebbe dunque parlare di "recenti trascorsi"; è qui che giocò 119 partite (mai così tante in una società) e segnò 59 gol (cifra che costituisce il suo record personale); ed è qui infine che, grazie alle sue reti, divenne l’attaccante più prolifico dal dopoguerra nella storia biancorossa.
Questo giocatore, che ha militato appena un anno nelle file dell'Ascoli (per giunta nel lontano 2003/2004), bandiera dell'Ancona, poteva davvero tenere a cuore le sorti della squadra ascolana al punto da far saltare una combine, "in qualità di ex"?
Si conclude ricordando che per la Corte di Giustizia Federale il tecnico Conte ha fornito tre diverse motivazioni per giustificare l'esclusione di Mastronunzio dalla rosa. E nessuna di esse è credibile. Solo sulla giustificazione dell'infortunio la Corte si espone, brevemente e maldestramente: si tratta di un infortunio "inesistente".
E' soprattutto su questo punto che batterà la difesa di Conte al TNAS per smontare il caso Mastronunzio.
Che l'infortunio sia realmente occorso, infatti, è dimostrato dai comunicati ufficiali presenti sul sito del Siena, dalle parole rese da Mastronunzio a Sportitalia, e dai certificati medici che, stando ai giornali, la difesa ha prodotto.
Rimarrà sempre il mistero: sulla base di cosa la Corte si è sentita in diritto di parlare di infortunio inesistente, quando manco Palazzi si era espresso in tale maniera?
Mastronunzio story: più horror che thriller
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- By Antonio Izzo