Con il comunicato di Andrea Agnelli circa l'operato della Federazione nella faccenda Conte, sembra oramai chiaro che, seppur sospinto dalla FIGC. stessa, il Presidente della Juventus, dopo aver tentato di abbozzare tramite gli avvocati della società un approccio morbido, si è dovuto levare i guanti. La risposta della FIGC, di contro, oltre a non portare in calce nessuna firma, il che sottintende l'avallo del Presidente Abete, dimostra, rinfacciando ad Agnelli l'apertura garantista, che i guanti non se li sono mai messi.
Per questa e per tante altre ragioni molti tra i tifosi web-imbufaliti caldeggiavano questo approccio ancor prima del patteggiamento; le azioni della Federazione dal 2006 in avanti avevano ampiamente allertato le menti maliziose di Juventini con la sindrome dell'accerchiamento (secondo alcuni strilloni) i quali, probabilmente, non hanno mai creduto ad un percorso naturale dei procedimenti, poi sfociato nella richiesta, da parte di Stefano Palazzi, di una squalifica di 15 mesi per omessa denuncia reiterata da parte di Antonio Conte.
Sui forum e sui social network si leggono proposte irrealizzabili o quanto meno estreme che oscillano dall'iscrizione a campionati esteri per arrivare addirittura a non recarsi in Cina a disputare la finale della Supercoppa italiana contro il Napoli o, in alternativa, inviare la Primavera. Il momento è, di nuovo, delicato: lo scandalo di Scommessopoli, pur provenendo da lontano, sembra portare sempre e comunque a Torino e alla Juventus. Il primo filone di Cremona farà, per dirla à la Buffon, più morti che feriti; la Juventus rischia di perdere il proprio allenatore, oltre al regista difensivo, per molti mesi o, nel caso di Bonucci, addirittura anni, mentre il Jolly Pepe sembra essere quello che verrà meno colpito. Ma chi può dirlo a questo punto?
Agnelli raccoglie tutte le forze a sua disposizione attorno alla società, ai giocatori e all'allenatore, chiama a raccolta anche tutte le anime del tifo bianconero invitando all'unità ed alla compattezza; e tutti i tifosi hanno risposto uniti, altro che divisioni. La sterzata di Andrea che ora punta dritto la Federazione è stata accolta con un "finalmente" urlato in qualsiasi casa bianconera e, soprattutto, è stata ripresa favorevolmente anche da giornalisti che non riescono più ad abbozzare davanti all'interpretazione ondivaga ed impacciata del circolo della giustizia sportiva. Nonostante il "legalese", diventa illogico giustificare i 3 mesi e 200.000 euro di patteggiamento avallato da Palazzi ma respinto dalla Commissione disciplinare, e i successivi 15 mesi richiesti sempre dal Procuratore federale, più di tutto se paragonati poi ai 4 mesi inflitti a chi le partite le ha davvero truccate per guadagnarci sopra.
Tra i tifosi chiusi a riccio attorno alla società manca una voce, quella di John Elkann, a volte rimpiazzata da un sorriso, altre sostituita da silenzi imbarazzanti e, oggi più che mai, la voce di John Elkann, proprietario della Juventus tanto quanto lo è Moratti dell'Inter e Berlusconi del Milan, non si sente. Abile a chiacchierare quando c'è da cucirsi addosso i meriti della Juventus della scorsa stagione, tanto quanto trasparente quando c'è da difenderla. Forse sarebbe meglio che si convincesse che difendendo la Juventus difenderebbe anche altri asset del gruppo Exor. Esporre oggi il brand Fiat accanto a quello della FIGC a platee internazionali non disturba più solamente i tifosi bianconeri; questa commistione di marchi svilisce e ridimensiona commercialmente il gruppo da sempre specchio della dinastia Agnelli.
Se con una mano la Exor fa risaltare in Europa e nel mondo il marchio Jeep sulle maglie della Juve, con l'altra sfama e mantiene Abete e il resto della Federazione, inclusi Palazzi e Artico additati da Agnelli come principali fautori di un atto gravissimo perpetrato ai danni della Juventus. Questa contraddizione è diventata insostenibile: la Exor e soprattutto John Elkann sono chiamati a prendere una posizione chiara e precisa in merito. E' ora che metaforicamente parlando John Elkann decida se sedersi e mettere in moto la Jeep o la Fiat, perché manca solo lui alla chiamata dei tifosi. I silenzi non sono più accettabili e prima che si risieda al volante della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo ispirato da qualche nuova mediazione pretendiamo che Jaki faccia lo Juventino, almeno quando serve, almeno per una volta.
FIGC-Fiat o Juve-Jeep? John, devi scegliere!
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- By Mario Pirovano