Nelle motivazioni della sentenza De Gregorio, quando inizia la trattazione delle frodi sportive, leggiamo che "secondo l'impostazione di accusa, dagli atti emergono tre diversi modi di realizzazione delle frodi", ovvero la formazione delle griglie, i sorteggi truccati, e "quello delle cosiddette ammonizioni mirate, riguardanti cioè calciatori di squadre prossime avversarie della Juventus che, essendo già sanzionati per precedenti comportamenti, sarebbero stati squalificati a seguito di nuova ammonizione; secondo il PM in alcuni casi dette ammonizioni sarebbero state preordinate allo scopo di indebolire i prossimi avversari della società bianconera". Abbiamo già esaminato il "metodo" di indagine di Auricchio sulle griglie ed i sorteggi, quindi analizziamo come sono state condotte le indagini sulle "ammonizioni mirate", che hanno poi portato i pm a qualificarle come "dolose" nei capi di imputazione.
A tal proposito, quando gli avvocati delle difese hanno trattato i vari capi di imputazione sulle "ammonizioni dolose", Auricchio ha risposto che lui non le ha mai definite così, che "sulle ammonizioni non ho mai parlato di ammonizioni giuste o sbagliate", che "dolose" è un termine adottato dai pm, che lo rivendicano:
PM Capuano: Presidente, c’è opposizione perché già ha riferito il teste che l’aggettivo dolose non è stato dato dal teste ma dall’Ufficio di Procura che ha ritenuto opportuno così qualificarlo nel…
Presidente Casoria: Il Pubblico Ministero fa valere la paternità del doloso.
Rileviamo che ad aprile 2005 la teoria delle ammonizioni mirate non viene riportata ai pm attraverso l'informativa e di ammonizioni, ma per dimostrare il legame Moggi-De Santis, si parla solo nella famosa telefonata tra Damascelli e Moggi, quella del "delitto perfetto". Lo spunto per mettere anche le ammonizioni "mirate" nel calderone lo offre l'ascolto di Meani che inizia ad essere intercettato molto tardi, ai primi di marzo, ma che dimostra un notevole iperattivismo telefonico con circa 11 mila intercettazioni in soli tre mesi. Nell'informativa del novembre 2005 Auricchio riporta: "Il 20 marzo u.s. alle ore 17,56 (vds prog. 1734) Contini, a pochi minuti dal termine dell’incontro della 10a giornata di ritorno Inter-Fiorentina (3-2) di cui lo stesso era secondo assistente mentre l’arbitro risulta essere Bertini ed il primo assistente Copelli, telefona a Meani per segnalargli l’ammonizione del calciatore viola Viali che era diffidato e per cui non potrà giocare la prossima gara che la Fiorentina dovrà disputare contro la Juventus «... guardati l’ammonizione di Viali... è diffidato!»". Auricchio scrive che Meani "si attiva con una sequela di conversazioni, intercettate tra il 20 ed il 21 marzo u.s., con gli assistenti a lui vicini... ed incaricando uno di loro, Babini, di fare una statistica in tal senso". Il 20 marzo, alle 18.42, Meani parla con l'assistente Puglisi, milanista doc, e gli dice: "Comunque mi piacerebbe davvero fare un controllo, non so dalla sesta settima giornata di andata ad adesso, tutte le volte che una squadra ha un diffidato che incontra la Juventus la domenica dopo pum pum pum pum… vabbè…". Il giorno dopo Meani riparla con Babini su come stilare la statistica ed Auricchio scrive: "... poi si sofferma sul dolo del fenomeno «perché poi sai dove psicologicamente il discorso che faccio io: di solito una piccola quando ha il giocatore diffidato che deve incontrare una grande la domenica dopo, il giocatore diffidato sta attento!», trovando d’accordo l’assistente che a sua volta sottolinea «eh sì perché gli rode il culo perché quando giochi con una grande eehhhh…»". Auricchio presenta queste parole come una conferma, ma in pratica Meani e Babini dicono che il giocatore diffidato gioca "con il freno a mano tirato" contro l'avversaria della gara che precede quella con la Juventus, quindi sarebbe questa squadra la prima beneficiaria affrontando un diffidato in campo e, se Auricchio avesse dato credito a Meani anche su questo punto, avrebbe dovuto allargare i suoi sospetti anche all'arbitro che, ammonendo, ha portato i giocatori alla diffida. Un lavoro che non è stato fatto.
Auricchio chiude la sintesi di quella telefonata Meani-Babini scrivendo: "Il dirigente milanista poi invita Babini a redigere la statistica richiestagli quanto prima possibile, confidandogli che gli occorre per farla pubblicare attraverso un giornalista, già da lui contattato, ed in tal modo informare l’opinione pubblica di tale fenomeno e di conseguenza gettare ombre sul cammino della Juventus nel campionato".
Lo scrive Auricchio che l'accusa da cui nasce l'ipotesi delle ammonizioni mirate non proviene da un super partes ma da chi cerca di "gettare ombre".
Da quel momento anche la squadra Off-side fa lo stesso lavoro che Meani ha chiesto a Babini: andare a ritroso e, ripartendo dall'inizio del campionato, verificare quanti e quali giocatori non hanno potuto giocare contro la Juve perché squalificati. E' un lavoretto d'indagine facile e veloce che si concretizza in una tabella riportata da pagina 21 dell'informativa del novembre 2005.
E' una indagine completa ed approfondita, comparata, o fatta solo sulla Juventus? Come in altri casi di questa indagine è un lavoro fatto solo sulla Juventus.
Gli investigatori partono dalle illazioni di Meani e non si pongono dubbi, verificano solo le ombre lanciate dal dirigente milanista sulla Juventus. In pratica si limitano a verificare se davvero dei calciatori hanno saltato per squalifica la partita contro la Juventus. E come avrebbe potuto essere il contrario? E' risultato un numero di 25 calciatori squalificati, come poteva risultare 10 o 30, certo non poteva risultare "zero", unico numero utile per smentire le illazioni e praticamente impossibile per quasiasi squadra in un torneo così lungo.
In un paese di santi poeti e commissari tecnici sembra quasi che la squadra Off-side sia stata composta da gente a digiuno della minima conoscenza del mondo del calcio e dei suoi malvezzi, come quello di lamentarsi, gettare ombre e guardare ai favori a vantaggio degli altri ma tacere sempre sui favori ricevuti. La squadra Off-side non ha fatto neppure un confronto tra gli assenti per squalifica contro la Juventus e quelli assenti contro il Milan, squadra dell'accusatore Meani. Ascoltano Meani e schiacciano il pulsante "l'accendiamo!". Eppure anche Moggi, in un'intercettazione, si lamenta delle mancate ammonizioni di giocatori del Milan, ma non suscita nessuna curiosità investigativa sul competitor della Juve, nessuna tabella sul Milan.
Altri investigatori, con i quali siamo entrati in contatto in questi anni, ci hanno confidato che, prima di avvalorare quell'ipotesi sulle ammonizioni mirate, una comparazione con le altre squadre l'avrebbero fatta come ulteriore verifica e per prevenire l'ovvia contestazione delle difese in aula. Auricchio giustifica questa mancata verifica affermando di averla considerata non necessaria, perché a sorreggere la tesi ci sono i dialoghi di alcune intercettazioni, che poi analizzeremo.
Appena resa pubblica quell'informativa una verifica davvero completa dell'ipotesi "ammonizioni mirate", basata su dati incontrovertibili, la fanno gli utenti del forum J1897.com ed Emilio Cambiaghi (nickname "Dr.Zoidberg", ndr), che la riporta anche nel suo libro "Manuale di autodifesa del tifoso Juventino" e poi sul nostro sito. Sono dati che coincidono con quelli che l'avvocato Prioreschi snocciola in aula durante il controesame di Auricchio, esposizione che disturba il PM Narducci: "Presidente Casoria, mi scusi, ma l’avvocato dovrebbe fare domande, poi è tutto…", Prioreschi: "Quindi, faccio domande, poi alla fine gli dico perché non ha fatto questo?", PM Narducci: "No, ma non è che Lei deve farci una dotta esposizione di… di… di… no, è che Lei, secondo codice di procedura vigente, deve fare domande", Prioreschi: "Ha accertato se la società che ha beneficiato di più da questa tecnica del rosso diretto nella gara precedente è la Reggina, 12 volte? Il Bologna 9, la Sampdoria 9, la Juventus solo 8 volte…", PM Narducci (in sottofondo): "E’ rientrato dalla finestra un’altra volta…".
Queste indagini comparative Auricchio non le ha fatte, dice il presidente Casoria, ed Auricchio conferma: "Non ho fatto questo tipo di accertamento conoscitivo… comparativo, comparativo".
Auricchio il 23 marzo 2010, rispondendo all'avvocato Prioreschi spiega il metodo adottato, fin troppo evidente:
Quindi gli investigatori hanno fatto solo un controllo dei tabellini delle partite e degli squalificati, nessuna verifica dei video delle partite per vedere se davvero, per esempio, Galante meritava l'espulsione per aver scalciato un avversario a gioco fermo sotto gli occhi dell'arbitro. Una conta e basta, senza verifica della legittimità della decisione presa dall'arbitro, che Auricchio giustifica così:
Avv. Prioreschi: …quando Lei ascolta un'intercettazione di questo genere, quando ascolta due persone, una delle quali dice all’altra: "Ho ammazzato il Papa", eh!... ma Lei che fa? Fa l’informativa e dà per scontato che ha ammazzato il Papa o va a verificare se il Papa...?
Auricchio difende il suo metodo investigativo dicendo che lui non è un "tecnico" e di aver fatto solo valutazioni investigative ispirate dai dialoghi degli intercettati ma, anche solo dal punto di vista investigativo, un approfondimento poteva essere fatto, come sottolinea l'avvocato Prioreschi: "Non l’ha fatto… l’abbiamo fatto noi". Questo il risultato dell'approfondimento comparativo:
Classifica assenza per squalifica, per vari motivi, di giocatori avversari:
Atalanta 30 avversari, Reggina 27, Juventus 25, Brescia 24, Lecce 23, Lazio 22, Sampdoria 22, Siena 22, Inter 21, Parma 21, Bologna 20, Cagliari 19, Livorno 19, Milan 19, Udinese 19, Chievo 18, Messina 18, Palermo 16, Fiorentina 12, Roma 11.
Classifica assenza per squalifica di giocatori avversari che da "diffidati" sono stati ammoniti nella partita precedente:
Atalanta 22 avversari, Brescia 19, Reggina 18, Inter, Lecce, Livorno e Juventus 17, Messina 16, Cagliari e Sampdoria 15, Lazio, Parma, Siena e Udinese 14, Chievo 13, Milan 12, Bologna 10, Palermo 9, Fiorentina e Roma 8.
Classifica assenza per squalifica di giocatori avversari espulsi nella partita precedente:
Reggina 12 avversari, Bologna, Sampdoria e Siena 9, Atalanta, Palermo, Parma 8, Milan, Chievo e Juventus 7, Lazio e Udinese 6, Brescia 5, Cagliari, Livorno e Roma 4, Fiorentina, Inter e Lecce 3, Messina 2.
Auricchio scrive anche che il diffidato è "costretto ad una prestazione ridimensionata nell’impeto agonistico". Vediamo anche la classifica delle squadre che beneficiano dell'affrontare avversari costretti a giocare con "il freno a mano tirato" a causa di un'ammonizione ricevuta nel corso della partita:
Roma 108 avversari, Fiorentina 97, Lazio 90, Palermo 89, Cagliari e Sampdoria 88, Lecce, Milan e Juventus 84, Reggina 82, Udinese 80, Chievo e Siena 77, Messina 75, Parma 74, Inter, Bologna, Brescia e Livorno 73, Atalanta 67.
Classifica di quante volte una squadra ha beneficiato dell’espulsione di un giocatore avversario:
Cagliari 11 volte, Brescia e Roma 9, Fiorentina, Lazio, Lecce, Livorno e Reggina 7, Milan, Chievo, Palermo e Sampdoria 6, Inter, Messina, Parma, Siena e Udinese 5, Atalanta 3, Juventus 2.
A proposito di questa ultima classifica l'avvocato Prioreschi ha chiesto ad Auricchio se non fosse più logico espellere un avversario "se un arbitro volesse favorire una squadra durante la partita…"
Auricchio: Sì, un po’ più evidente, diciamo… un po’ più pacchiana come cosa…
Avv. Prioreschi: Lei sa quante volte nel corso della stagione la Juve ha beneficiato dell’espulsione diretta durante la gara di un avversario… un giocatore avversario?
Auricchio: No, non lo so, ma ripeto, proprio per il dato che diceva Lei, e per quanto mi riguarda questo dato è meno significativo… della, come dire, perniciosità della diffida, rispetto al rosso diretto, no?
Avv. Prioreschi: Per lei sarà poco significativo…
PM Narducci: Lo dica, avvocato… non vede l’ora di dirlo… prego, avanti.
Avv. Prioreschi: Due volte, l'ultima della classifica.
PM Narducci: Ecco, così siamo tutti… soddisfatti.
Perché Auricchio dice che sarebbe stata "pacchiana come cosa"? Se non è pacchiano che il Cagliari abbia beneficiato di ben 11 avversari espulsi, perché sarebbe stato pacchiano se la Juventus ne avesse beneficiato, per esempio, 9 volte come la Roma o 6 come il Milan?
Le classifiche mostrate sopra, ricordate da Prioreschi in aula, non mostrano una sola volta la Juventus primeggiare sulle altre squadre. E' logico che una presunta associazione a delinquere debba escogitare uno strumento come le ammonizioni mirate per non riuscire nemmeno a tener testa alla "potentissima" Atalanta, alla Reggina, al Brescia e ad altre squadre che sono messe meglio in tutte le classifiche elaborate?
Se avesse redatto queste analisi, Auricchio avrebbe dato uno strumento in più di valutazione ai pm, come bisogna anche dire che, per verificare la tenuta dell'ipotesi di Auricchio e delle dicerie del Meani, i pm Beatrice e Narducci, perché il "dominus" dell'indagine è sempre il pm, avrebbero potuto chiedere a chi investigava un'analisi più approfondita, per evitare il fastidio della "dotta esposizione" della difesa.
Interrogato come testimone dell'accusa, il 4 dicembre 2009, lo stesso Babini ammette che, alla prova dei numeri, le teorie di Meani sul potere Juve non reggevano e nega la relazione tra alcuni arbitri ritenuti "juventini" e ammonizioni preventive: dallo studio effettuato da lui, a volte capitava l'esatto opposto.
Luciano Moggi, accusato di aver escogitato questo "strumento", non solo ha conseguito gli impietosi risultati mostrati sopra ma, da capo dell'associazione, dovrebbe anche aver imposto, in modo autolesionistico, che lo strumento venisse adottato non per indebolire squadre di pari livello ma le squadre definite "piccole". Visto l'elenco degli squalificati, privo di nomi di rilievo, lo stesso Auricchio deve accontentarsi di scrivere: "Dall’analisi dell’intero campionato di calcio emerge che tale azione è stata soprattutto rivolta alle squadre provinciali allorquando queste dovevano affrontare la squadra della Juventus".
Prima della sfida scudetto Milan-Juventus, c'è un Fiorentina-Milan diretto dal camaleontico De Santis, l'arbitro che si dogana e sdogana alla velocità della luce, ritenuto uno dei promotori della cupola che, secondo l'accusa, si servirà di lui, subito dopo, per condizionare Lecce-Parma; ma un simile "sodale" non ammonisce nessuno dei tre diffidati del Milan: Seedorf, Nesta e Rui Costa, non carneadi.
De Santis è accusato di aver "fatto fuori" con ammonizioni mirate Petruzzi e Nastase, che saltano la partita con la Juve, e non ammonisce nemmeno uno dei tre milanisti?
E' la logica dove la lasciamo?
Inoltre, nel corso del suo controesame, l'avvocato Prioreschi ha messo a nudo un altro aspetto non analizzato da Auricchio: le assenze dei 25 calciatori squalificati hanno interessato 16 giornate di campionato della Juventus, 10 di questi calciatori sono stati squalificati per un'ammonizione inflitta da 5 arbitri che non sono indagati o imputati: Ayroldi (3), Trefoloni (3), Rosetti (2), Paparesta (1), Bergonzi (1); solo 15 calciatori in diffida sono stati ammoniti da 6 arbitri indagati: Racalbuto (4), De Santis (4), Bertini (4), Gabriele (1), Dondarini (1), Dattilo (1).
Su 15 calciatori gli arbitri "fidi del sodalizio moggiano" provocano la squalifica di ben 5 giocatori di squadre ritenute dall'accusa "amiche" di Moggi: Racalbuto ammonisce Mesto, e De Santis Balestri e Bonazzoli della Reggina; Bertini ammonisce Aronica e Coppola del Messina.
C'è più di qualcosa che non torna, pur fermandoci ad un lavoro "tabellare" simile a quello, più grossolano, fatto da Auricchio solo sulla Juventus, e senza considerare che le sanzioni inflitte da un arbitro avrebbero quantomeno dovuto essere valutate da una consulenza esperta.
Ma per Auricchio bastavano le intercettazioni, e del resto il pm Narducci in una precedente udienza aveva detto "più prove delle intercettazioni!". Però si dà il caso che la diceria sulle ammonizioni "mirate" non emerga nel dialogo di persone super partes, ma dal principale avversario della Juve e da assistenti non proprio imparziali, ad ascoltare certe telefonate, quando non tifosi del Milan. Ma Meani è un dirigente e gli altri degli assistenti, dice Auricchio, quindi i loro sono pareri da addetti ai lavori da tenere in considerazione.
Auricchio dovrebbe spiegare perché, allora, non ha tenuto in considerazione i pareri di altri addetti al lavori, addirittura anche quelli di Collina, che discolpano loro colleghi per decisioni adottate e contestate dai pm in diversi capi di imputazione.
L'ipotesi delle "ammonizioni mirate", come Auricchio ha ribadito in aula, sarebbe provata da alcune telefonate. Ritorniamo all'inizio dell'articolo, alle motivazioni della sentenza De Gregorio per sapere su quali intercettazioni faccia affidamento l'accusa come prova dell'ipotesi sulle ammonizioni mirate.
Il giudice De Gregorio scrive: "In proposito alcune conversazioni intercettate sono esplicative della proposizione accusatoria. Tra queste va riproposta quella di settembre 04 tra Giraudo e Moggi a proposito dell'arbitraggio in Udinese-Brescia che, se fosse stato 'più bravo' avrebbe 'dimezzato' (così Giraudo) la prima, in vista della partita con la Juve".
Questa telefonata, sbandierata dai media come se fosse avvenuta prima della partita è in effetti un discorso avvenuto dopo la partita e, a saperlo, avremmo registrato i discorsi che su quella partita si facevano un po' ovunque tra sportivi e identici alle parole usate da Moggi e Giraudo: se Dattilo avesse applicato il regolamento avrebbe dovuto espellere mezza squadra dell'Udinese e diversi giocatori del Brescia, perché dopo il gol di Mannini, con il portiere De Santis a terra, si scatenò una bolgia in campo. Chi segue un po' il calcio, e sembra che nessuno lo facesse nella squadra Off-side, sa bene che sono tantissime le dichiarazioni di addetti ai lavori che si dicono "contenti" se un avversario non può giocare contro di loro, perché pensano di trarne vantaggio. Poi magari subiscono la rete vincente dal sostituto dello squalificato. Dicono che Narducci sia tifoso del Bologna: neppure lui ha mai sentito questo tipo di dichiarazioni simili a quanto dicono Moggi e Giraudo in quella telefonata, presa da quelle effettuate dalla Procura di Torino?
L'assistente Camerota, nella sua deposizione del 23 novembre 2010, ha dichiarato che l'espulsione di Jankulovski l'ha decisa lui, che Dattilo non aveva notato un gesto violento del giocatore contro un avversario e che, dopo la sua segnalazione, l'arbitro non ha potuto fare altro che applicare il regolamento ed espellere Jankulovski.
Investigatori e pm non avevano ritenuto necessario interrogare Camerota. Che la segnalazione era stata dell'assistente, però, era riportato nel referto della partita.
Seconda telefonata "prova" dell'accusa, che De Gregorio cita: "La sera del 5 dicembre, dopo le partite, il giornalista Damascelli si riferì proprio alla partita menzionata da Moggi (Fiorentina-Bologna, ndr) e parlando con quest'ultimo, così commentò l'arbitraggio di De Santis... "De Santis ha fatto il delitto perfetto, c'abbiamo i tre difensori del Bologna fuori... squalificati tutti e tre..." e, alla domanda di Moggi su chi fossero i diffidati, rispose indicando i nomi dei giocatori ammoniti nel match...".
Ci sorprende davvero l'interpretazione che si vuole dare da sempre di questa telefonata. A parlare di delitto perfetto è Damascelli, Moggi non sapeva neppure chi erano i diffidati, ad essere contento e ad insistere è il tifoso Damascelli (che sbaglia pure, perché Gamberini non era diffidato), e Moggi si limita ad assecondarlo. Riportiamo il testo della telefonata (vds prog. 5738):
Damascelli: Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh?
Moggi: Che ha fatto?
Damascelli: ... eh, c’abbiamo i tre gio… i tre difensori del Bologna fuori, squalificati tutti e tre!
Moggi: ... ma... ma perché chi c’avevano loro diffidato?
Damascelli: Tutti e tre! Ehm, come si chiama: PETRUZZI, NASTASE e GAMBERINI!
Moggi: …Uhhh…
Damascelli: …non male, no?
Moggi: …eh, aho, …meno male, che ti devo dì?
Damascelli: …no, no, meglio.
Durante l'esame del teste Gamberini, l'avvocato Gallinelli evidenzia che il Bologna era arrivato a quella partita con ben 7 giocatori diffidati, e Gamberini ammette che Nastase e Petruzzi, all'epoca suoi compagni di squadra, "venivano sanzionati con una certa frequenza".
E chiudiamo con l'ultima telefonata, prova dell'accusa sulle ammonizioni "mirate", che merita un approfondimento. De Gregorio scrive: "Inoltre va segnalato il discorso del 3 dicembre 04 in cui Moggi parlava con tale Garufi col telefono sotto controllo e ricevette una telefonata sulla sua utenza riservata da un'altra utenza svizzera, attribuita all'arbitro Racalbuto; risultò, così, palese in questa occasione il contenuto del colloquio e nello stesso tempo si riscontrò un possibile uso delle utenze riservate....".
Sull'informativa è riportata così:
L'interlocutore "non identificato" diventa Racalbuto, secondo l'accusa, dopo l'attribuzione delle schede sim straniere ad opera del maresciallo Di Laroni. E' uno studio fatto dopo che Auricchio è stato mandato ad insegnare tecnica investigativa, un atto firmato da altri, ma Auricchio ne parla nella deposizione del 9 febbraio:
PM Narducci: No, mi scusi, mi scusi…
Avv. Trofino: Non è Moggi-Racalbuto… E’ un’ambientale dove lei ritiene che sia Racalbuto. Tecnicamente…
Auricchio: Sì, sì…
Presidente Casoria: E allora, un momento. Pubblico Ministero, la vuole far sentire questa intercettazione?
Moggi (in sottofondo) : Sì, sì..
[...]
Auricchio: Il colloquio in mono, diciamo, si ascolta soltanto la conversazione telefonica del Moggi con l’altro interlocutore, diciamo, ha un interesse investigativo che abbiamo evidenziato. [...] La conversazione è ritenuta utile perché fa riferimento alla partita Fiorentina-Bologna, la partita Fiorentina-Bologna che si è giocata il turno precedente alla citata partita Bologna-Juventus. Il dato, che appare utile investigativamente ricordare, è che in quella sede l’arbitro dell’incontro, De Santis, dell’incontro Fiorentina-Bologna, ha ammonito due calciatori diffidati della difesa del Bologna, Petruzzi e Nastase, e in più ha fatto entrare in diffida Gamberini. Quindi, sostanzialmente il dato che noi abbiamo ritenuto utile investigativamente, tratto anche da quella conversazione che ho appena ricordato, è una sorta di, diciamo, strategia preventiva nel senso di... la squadra che successivamente si presentava a giocare con la Juventus c’arrivava tecnicamente con, diciamo, soggetti diffidati, espulsi, mancanti e squalificati.
Trascuriamo il criterio adottato per attribuire le sim perché non è farina del sacco di Auricchio che, quando ha coordinato l'operazione Off-side, sulle "straniere" non ha avvertito neppure la curiosità di interrogare De Cillis, un'anomalia che abbiamo analizzato nell'articolo "Sim svizzere, la principale stranezza investigativa". Trascuriamo anche, perché l'audio non è "pulito" e andrebbe verificato con un software idoneo, che al termine di quella telefonata a molti sembra di sentire un nome "Ciao Albe', ciao ciao ciao", e non c'erano arbitri che si chiamassero Alberto.
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Secondo Di Laroni l'interlocutore è Racalbuto, ma le sue "attribuzioni" non sono a prova di bomba e sicure oltre ogni ragionevole dubbio, come ha evidenziato prima l'errata attribuzione della sim a Gianluca Paparesta e poi la deposizione dell'ingegner De Falco. Continueremo ad usare la logica, che stride con l'accusa:
1. Che senso ha esporre ciò che interessa in Fiorentina-Bologna, e che il Milan avanzi nelle ammonizioni, a chi arbitra Reggina-Brescia?
2. Di ammonire i giocatori del Milan, Moggi avrebbe dovuto far richiesta a Pieri, che arbitra i rossoneri a Parma, non a Racalbuto.
Pieri è ritenuto un arbitro della cupola, gli vengono attribuite delle sim svizzere, a Moggi interessa che il Milan avanzi con le ammonizioni, ma i fatti dimostrano che Pieri non "lavora" perché vengano realizzati i desideri di Moggi: Parma-Milan finisce 1-2, per Garlando della Gazzetta "Arbitro PIERI 6 - Peccati veniali, ma vede quello che si deve"; Pieri ammonisce un solo giocatore, Pisanu del Parma, e la "moviola" della Gazzetta scrive: "Nella ripresa, qualche dubbio per un intervento di Cafu su Gilardino al limite: per Pieri è tutto regolare. Una sola ammonizione, giustissima: il giallo è per Pisanu che, superato da Serginho, lo trattiene per la maglia".
Pieri, ritenuto un arbitro "affiliato", avrebbe potuto fischiare un rigore contro il Milan e non lo fa, come non ammonisce nessun milanista a due giornate da Juventus-Milan.
Inoltre, sempre a rigor di logica, se l'accusa ha considerato questa telefonata un pilastro per l'ipotesi delle ammonizioni mirate, non poteva non considerare che picconava l'ipotesi sui sorteggi truccati, perché non si comprende per quale motivo un'associazione criminale, che trucca il sorteggio, fa in modo che ad un suo "arbitro fido" tocchi la partita "peggiore".
Come è una bella picconata anche alla tesi che Moggi si dava da fare per le squadre "amiche": se l'interlocutore fosse Racalbuto, Moggi non gli chiede di favorire la squadra dell'amico Foti.
Racalbuto era in prima griglia (vedi comunicato FIGC), viene designato per Reggina-Brescia 1-3 (14a giornata), non certo la peggiore partita della giornata, e viene promosso dalla bibbia rosa di Auricchio, la Gazzetta: "Arbitro RACALBUTO 6 - Giudizi lineari, anche se un rigore su Tedesco ci potrebbe stare. Ammoniti: Tedesco per comportamento non regolamentare. Milanetto per comportamento non regolamentare".