Ogni "cupola" che si rispetti è strutturata con un organigramma a livelli, al fine di raggiungere lo scopo criminale. Nel caso di Calciopoli, al livello dei promotori deve giocoforza corrispondere quello degli esecutori, coloro che dovrebbero garantire la riuscita delle frodi nelle partite della Juventus e delle squadre supposte amiche del sodalizio.
Lo strumento delle griglie arbitrali, definito "determinante per ottenere la designazione dell’arbitro che essi ritengono adatto allo scopo da perseguire", non è però sufficiente a garantire con certezza che venga selezionato un arbitro affiliato per dirigere le partite della "compagine moggiana". Considerato che gli arbitri che Auricchio indica come integrali all'associazione a delinquere sono una frazione, neppure così corposa, del totale, per garantirsi un arbitro amico per una certa partita, il sorteggio DEVE essere truccato.
Gli investigatori di questo sono convinti, pur non essendoci nessuna telefonata dalla quale emerga una minima prova a sostegno di un eventuale trucco. Nella fiction "Operazione Offside", alla quale gli investigatori parrebbero aver collaborato, parla un certo investigatore MDL, che potrebbero anche essere le iniziali del maresciallo Michele Di Laroni.
MDL: Se il signor Moggi riesce a gestire insieme a Pairetto e Bergamo gli arbitraggi, sicuramente c'è una maniera per pilotare anche i sorteggi.
Voce fuori campo (su un video originale dei CC): Due carabinieri indossano telecamere nascoste, si fanno passare per giornalisti per assistere al sorteggio. Vedono Pairetto estrarre dalla prima urna le partite della domenica. Ad ogni partita viene abbinato un arbitro. Accanto a Paolo Bergamo un giornalista sportivo estrae il nome dell'arbitro dalla seconda urna. Tutto sembra regolare, eppure ci deve essere qualcosa che permetta di pilotare il sorteggio. E infatti a parlare con i magistrati è Manfredi Martino, il segretario della Commissione arbitrale nazionale. Martino dice che all'epoca le palline usate per i sorteggi erano vecchie, usurate e decolorate, per questo riconoscibili.
Docufiction "Operazione offside", La 7.
Quando nel maggio 2006 le informative "fuggono", prendendo la via di giornali e tv, gli investigatori sono ancora fermi a quest'ipotesi: "Sicuramente c'è una maniera per pilotare anche i sorteggi". Nelle informative di Auricchio non è citata una sola prova a supporto dell'ipotesi che il sorteggio fosse truccato. Appare da subito una stranezza che su un punto così importante per il teorema accusatorio, come è il sorteggio, siano state spese così poche energie investigative: solo due "osservazioni" dirette, una il 31 gennaio 2005 a Roma e l'altra il 13 maggio 2005 a Coverciano. In entrambe le occasioni, il maresciallo capo Sergio Zino torna a casa a mani vuote, e nessuna delle partite delle due giornate successive a quei sorteggi è tra i tanti capi di imputazione per frode sportiva. Del primo servizio di osservazione Sergio Zino, controesaminato da Prioreschi, ha detto: "Ero in borghese. Non avevo né telecamera, né macchina fotografica", e che il sorteggio "non ha avuto nessun problema. Non ho rilevato, a vista, nessun problema". Non sarebbe logico attendersi un più alto numero di osservazioni, almeno fintanto che non si coglie una prova filmata del trucco, se si è, come asserito, convinti che il trucco deve esserci per forza?
C'è, invece, nelle telefonate intercettate una prova tale da indurre a considerare il sorteggio regolare? C'è una telefonata del 18 dicembre 2004 nella quale Nicchi e Bergamo discutono del caso dell'arbitro Pantana che, dopo essere stato fermato a causa di un rigore inesistente fischiato contro l'Arezzo (Catanzaro-Arezzo 1-1, ndr), è stato estratto, al rientro, proprio per Arezzo-Perugia e Bergamo dice: "D'altra parte come fai a lasciare una partita così, dal momento che quel maledetto sorteggio, con Pantana che rientrava dopo un mese per aver sbagliato in Catanzaro-Arezzo ed è stato sorteggiato li!". Ma questa telefonata non è stata "evidenziata" e appartiene a quelle "ritrovate" dai legali di Moggi. Lo stesso Auricchio in aula dice che "La dea bendata estrae Collina", riferendosi al sorteggio per la sfida Milan-Juventus. Quindi era la fortuna a decidere i sorteggi, e non più le manipolazioni dei designatori?
Dopo la fuga di notizie, per i "magnifici 12" trovare una prova dei sorteggi truccati diventa fondamentale: la pressione è tutta sugli addetti ai lavori. E' allora, solo a maggio 2006, che entra in scena Manfredi Martino, il giovane segretario della CAN, la cui voce gli investigatori hanno ascoltato in diverse intercettazioni.
Martino diventa quindi un abitudinario degli interrogatori come persona informata sui fatti: saranno ben sei le occasioni nelle quali viene interrogato per conto della Procura di Napoli, come gli ricorda l'avvocato Prioreschi:
Martino dice che le sfere più usurate erano quelle gialle contenenti i nomi degli arbitri (che venivano estratte dal giornalista, ndr), e che la manipolazione poteva avvenire solo nel caso in cui Pairetto non estraesse la partita per primo ma aspettasse che a estrarre la sfera fosse prima il giornalista; quindi, riconosciuta la sfera, era lui ad estrarre la pallina che conteneva la corrispondente partita, quella che i designatori, con dolo, volevano abbinare a quell'arbitro.
Come disse l'avvocato Merlone al processo sportivo, Pairetto avrebbe dovuto avere la vista di un falco pellegrino per riuscire a vedere, a cinque metri di distanza, le ammaccature di una sfera della quale poteva vedere solo una parte, poiché stretta nella mano di un giornalista. Questa "prova" del sorteggio truccato, raccolta solo dopo la fuga di documenti del maggio 2006, non ha convinto neppure il tribunale sportivo presieduto da Ruperto, che a proposito dei sorteggi truccati ha scritto: "Al riguardo, infatti, affiorano ragionevoli dubbi, in presenza dei quali non può parlarsi di prove sicuramente affidabili".
L'evidente falla investigativa sul sorteggio - un esiguo numero di osservazioni, e neppure in concomitanza degli eventi più importanti - emerge proprio dalle sommarie informazioni rese da Martino.
Auricchio dice che non ha "attenzionato" Milan-Juventus, nonostante fosse la partita che assegnava lo scudetto per il quale la "cupola" aveva tanto lavorato, perché poteva avere un interesse sul piano sportivo ma "Milan-Juventus non è stata una partita, diciamo, di interesse investigativo". Ironia della sorte, Manfredi Martino, prima a verbale in uno dei tanti interrogatori, e poi in aula dove ne riferisce come di "una sensazione", sostiene che in quella occasione c'è stato un sospetto colpo di tosse di Bergamo. Purtroppo, però, Auricchio non ha mandato nessuno ad osservare il sorteggio di quella fondamentale giornata, e non ci sono filmati da analizzare alla moviola per confermare quanto detto da Martino.
Successivamente alle dichiarazioni del Martino non è stato neppure operato un riscontro ascoltando il giornalista Franco Morabito che avrebbe potuto confermare l'episodio.
Roberto Beccantini su La Stampa del 17 novembre 2009 si è incaricato di verificare:
Auricchio non ha mai interrogato i due notai che certificavano il sorteggio a Roma e a Coverciano, e non uno dei 38 giornalisti che l'USSI indicava, di volta in volta, per estrarre la sfera con il nome dell'arbitro da abbinare alla partita estratta da Pairetto.
Nel controesame di Martino l'avvocato Morescanti ha sagacemente messo in rilievo che le sfere potevano ammaccarsi anche mentre l'urna girava e, quindi, non avere più lo stesso aspetto che i designatori avrebbero dovuto memorizzare, prima del sorteggio, per riconoscerle. Martino ha confermato la tesi dell'avvocato.
L'avvocato Prioreschi, invece, dopo aver costretto Martino ad ammettere che il colpo di tosse di Bergamo, oltre ad essere solo una personale sensazione, non si poteva qualificare come un messaggio al giornalista, si è concentrato sull'effettivo svolgimento degli interrogatori di Martino.
Rilevato infatti che Martino, quando era stato interrogato dal Pm torinese Guariniello, non aveva fatto alcun riferimento all'usura delle sfere, l'avvocato Prioreschi ha inteso accertare se Martino avesse testimoniato spontaneamente di trucchi nel sorteggio, oppure se fosse stato indotto a farlo.
Questo il punto saliente del controesame:
Avv. Prioreschi: Ecco. Ho capito. Hanno dato per scontato che… è normale che quando si sente una persona informata sui fatti, "Siccome il sorteggio è truccato, adesso tu ci dici come è truccato"?
Gli avvocati Prioreschi e Trofino, dopo aver snocciolato la lunga elencazione delle telefonate e degli sms (già trascritti dai carabinieri, ndr) tra Martino e il collaboratore del Milan Meani, ed aver fatto ammettere a Martino che quanto faceva non era propriamente regolare, chiedono perché "in questo verbale Lei sente la necessità di far verbalizzare, proprio alla fine, la Sua totale estraneità alle vicende oggetto di indagine. Perché sente questa necessità di far verbalizzare questa sua dichiarazione di totale estraneità ai fatti? ... avranno detto "stai attento, puoi essere coinvolto", l’avranno sollecitata, pressata… qualcosa devono averLe detto perché Lei fa una dichiarazione di questo genere".
Martino risponde a Prioreschi, sostenendo di non aver mai fatto quella dichiarazione di estraneità, nonostante avesse firmato il verbale; quindi, controesaminato dall'avvocato Trofino, si trova ad ammettere che erano i giorni degli avvisi di garanzia ed era di conseguenza preoccupato per la sua posizione.
Il vero colpo di scena dell'interrogatorio di Martino arriva però alla fine, quando riprende la parola il Pm per porre nuove domande. Il magistrato contesta al testimone che nel verbale del 12 maggio 2006 c'è un punto specifico in cui Martino dice: "Ho ricevuto disposizioni specifiche da entrambi i designatori affinché venissero predisposte le sfere con dentro bigliettini in un determinato modo". Gli avvocati insorgono, Martino aggiunge ulteriori particolari su due sorteggi, ma non risulta chiaro nelle sue risposte, finendo con l'esser ripreso dal Presidente Casoria.
Il Pm chiede allora perché quanto sta dicendo in Tribunale non lo abbia dichiarato in uno dei tanti interrogatori (ben quattro proprio davanti ai pm, ndr). Martino afferma di averlo dichiarato solo nel primo interrogatorio del 12 maggio e che i carabinieri non lo avevano verbalizzato. L'avvocato Prioreschi fa notare: "Se Lei avesse detto una cosa del genere ai Carabinieri, avrebbero verbalizzato pure la fotografia del momento, dai su, noi vorremmo sapere perché non l'ha detto in dodici interrogatori e lo dice solo ora". La trascrizione di questa fase dell'udienza la trovate di seguito.
Beccantini scrive a proposito: "Ha suscitato molto scalpore la testimonianza di Manfredi Martino, all’epoca segretario della Can (Commissione arbitrale nazionale). Ricordare solo in aula, dopo averlo dimenticato per undici interrogatori, che «in occasione della prima partita di campionato della stagione 2004-2005 mi venne chiesto da Pairetto e Bergamo di inserire un biglietto X all’interno di una determinata pallina particolarmente ammaccata», avrebbe indisposto un santo, figuriamoci il giudice Teresa Casoria" (La Stampa 17-11-2009).
Torniamo al nostro Auricchio: in aula conferma che il sorteggio "dalle attività investigative si è rilevato, diciamo, molto filoguidato, molto pilotato. E pilotato, appunto, dai due designatori strettamente legati alle decisioni e anche alle scelte che in particolare il Moggi Luciano assumeva direttamente con loro. Quindi l’anomalia che emergeva sin dalle primissime battute dell’attività tecnica, quindi già nel mese di novembre, era che il rappresentante della società Juventus era in stretto contatto con i due designatori".
Oggi possiamo sapere che sempre da quel novembre Auricchio ed i suoi uomini sentono altre "anomalie", altre telefonate dove ad essere in contatto con i designatori erano anche altri dirigenti che, però, non sono stati "attenzionati". Lo stesso genere di telefonate sono a volte "anomalie" che emergono, mentre altre volte si immergono, a seconda di chi parla al telefono.
Auricchio mette in grande evidenza che Moggi conosce i nomi della terna alle 11.56 quando, invece, il comunicato esce non prima delle 12.15. Le difese sbriciolano facilmente la presuntà gravità ed esclusività di tale conoscenza, citando i tanti casi in cui a saperlo prima è Meani (anche alle 11.29, ndr), oppure mostrando gli orari dei comunicati Ansa allegati proprio da Auricchio alle informative.
L'avvocato Trofino mette in risalto che Manfredi Martino dopo ore ed ore di interrogatorio sostiene: "Escludo che prima delle ore 12,30 fossero in qualche modo comunicati, anche informalmente, i nomi degli assistenti. Escludo matematicamente che fossero...", quindi legge la pagina 67 dell'informativa dove Auricchio riporta che Manfredi Martino invia a Meani due messaggi sms, rispettivamente alle ore 11,23 in cui comunica la designazione di Trefoloni quale arbitro, e domanda al teste: "Lei ha ascoltato Manfredi Martino, che ha escluso che tutto questo potesse avvenire prima di una certa ora, poi nella Sua indagine ha anche questo altro documento da dove ricava perfettamente che il teste, che è uno spergiuro, La manda proprio fuori strada, perché è lo stesso che per ore Lei ha ascoltato, vi dice "escludo" ed è lo stesso che fa le comunicazioni prima di quell'ora. Lei ha ritenuto di procedere contro questo signore? Ha fatto una denuncia? Perché siamo di fronte a una falsa testimonianza sacrosanta". Auricchio risponde rilanciando la palla nel campo dei pm: "La versione delle dichiarazioni di Martino che Lei ha ricordato, non appartengono alle dichiarazioni che il signor Martino ha reso avanti a noi, tant'è che noi lo abbiamo inviato a farsi ascoltare dal pubblico ministero. Come Lei troverà. Le plurime assunzioni di Martino non sono avvenute tutte davanti a noi, le prime due sono avvenute davanti alla polizia giudiziaria, le altre sono avvenute davanti al pubblico ministero, a cui spettano le determinazioni di sorta". Però si è continuato a presentare come un fatto anomalo che Moggi sapesse le designazioni prima delle 12.15, quando Auricchio, o uno dei suoi uomini, aveva ascoltato anche che Facchetti viene informato da Mazzei degli assistenti di Inter-Juventus addirittura un giorno prima di Moggi. Ma questo lo abbiamo scoperto solo da poco, grazie a Moggi ed a chi lo difende.
Per finire un aspetto che non riguarda tanto le indagini di Auricchio ma i Pm che, in base alle indagini, hanno contestato in una decina di capi di imputazione "atti fraudolenti consistiti nell'alterare la corretta e genuina procedura di sorteggio del direttore di gara": non riusciamo ancora a capire in base a cosa, visto che i "servizi di osservazione" degli investigatori hanno riguardato SOLO due sorteggi. Ogni volta che Prioreschi ha chiesto ad Auricchio, esaminando i capi di imputazione di frode sportiva, se avesse seguito il sorteggio la risposta è stata "No". Speriamo di poter scoprire come mai tanti sorteggi siano stati considerati "alterati" almeno nell'arringa finale dei Pm.
Trascrizione dei punti salienti della deposizione di Manfredi Martino del 6 novembre 2009.
6 novembre 2009.
PM: Può indicare per cortesia qualche situazione o qualche giornata, Lei ha fatto in questo verbale un racconto generale, può indicare qualche situazione più particolare legata a qualche giornata di sorteggio, e dunque a qualche incontro di quella stagione 2004-2005… legata a questo meccanismo che Lei ha descritto.
Manfredi Martino: Sinceramente è difficile ricordare i singoli sorteggi. Personalmente, ma a mia sensazione, una cosa del genere potrebbe essere successa verso la fine del campionato. Era la partita che praticamente decideva quel campionato stesso, che era un Milan-Juventus, preceduto da tantissime polemiche perché fu squalificato, se non ricordo male, Ibrahimovic per prova televisiva. Quindi Ibrahimovic, che era allora tesserato per la Juventus, saltava quella partita… quindi si decideva la stagione e a sensazione posso dire di…
Presidente Casoria: Eh… spieghiamo, sensazione… in che senso? Su che è fondata questa sensazione?
Manfredi Martino: … dal momento in cui ho assistito al sorteggio...però non sono in grado di dire con certezza se si è avverato o no, è sicuramente una mia sensazione…
Presidente Casoria: Qual è l’evento che Le ha fatto avere questa sensazione, Le ha procurato questa sensazione?
Manfredi Martino: Mi ricordo… mi ricordo, non so se ci sono le immagini essendo un sorteggio sicuramente aspettato da tutti… non so se ci siano le immagini… mi ricordo che secondo me il designatore Bergamo, nel momento in cui è uscita la partita Milan-Juventus, nel momento in cui il giornalista si apprestava a scegliere la pallina per abbinare l’arbitro, mi ricordo che tossì. Ora io, ripeto, non so se possa essere provato davanti all’immagine, però è un mio ricordo.
PM: Questa è l’unica circostanza che Lei rammenta e sulla base della quale Lei fa questo tipo di considerazione per quel sorteggio?
Manfredi Martino: Guardi, il sorteggio… ho sentito prima mentre rileggeva il mio verbale… è sempre stato a differenza di quanto comunque lì ho dichiarato ed anche sottoscritto, prima il sorteggio della pallina della partita e poi il sorteggio della pallina dell’arbitro, da parte del giornalista. Ripeto, se poi nel frattempo è mai successo di un’eventuale irregolarità da parte di questa prassi io non sono in grado di dirlo, posso dirlo che la maniera per cui, mi sembra di ricordare fu la domanda che mi fu chiesta, si poteva tra virgolette aggirare il discorso del sorteggio era quella che non so se bene o male ho descritto nel verbale che ha letto il dott. Narducci... Cioè se effettivamente si riusciva… il giornalista riusciva a scegliere la pallina dell’arbitro prima che fosse scelta la pallina della partita. Forse è, secondo me, l’unica maniera per truccare il sorteggio, ecco.
Presidente Casoria: No, no, Lei, nella sua sensazione… sentiamo! Il colpo di tosse quando avvenne?
Manfredi Martino: Nel momento in cui il giornalista scelse la pallina abbinata a quella partita… però il sig. Bergamo poteva… cioè… poteva capitare soprattutto nei momenti cruciali della stagione, in particolare nei momenti magari in cui erano attaccati dai giornalisti o che le cose non erano andate bene poteva avere anche… una cosa nervosa… per cui poteva tossire, ecco.
Avv. Morescanti: Avvocato Morescanti, difesa Fabiani, buongiorno: in riferimento alle dichiarazioni che ha fatto poc’anzi alla Corte, ci ha riferito, in merito ai sorteggi arbitrali, che in una sola occasione Lei avrebbe avuto la sensazione che, una sola volta, in un determinato sorteggio, era avvenuto qualcosa di strano. E’ stata una sua sensazione o ha contezza che effettivamente è successo qualcosa di strano in quel sorteggio?
Manfredi Martino: No, no, è stata una sensazione.
Avv. Morescanti: Quando l’urna veniva girata, le palline potevano ammaccarsi o no?
Manfredi Martino: Si potevano ammaccare.
Avv. Morescanti: Quindi le palline di volta in volta si possono ammaccare in modo diverso?
Manfredi Martino: Sì…
Avv. Morescanti: Chi inseriva i bigliettini con i nomi di arbitri e partite all’interno delle sfere?
Manfredi Martino: Io.
Avv. Morescanti: Il bigliettino lo piegava o lo inseriva aperto?
Manfredi Martino: Era piegato in quattro, cioè: a metà e poi un’ulteriore metà.
Avv. Morescanti: Nel caso in cui si aprisse una sfera ed usciva il bigliettino, era possibile leggere il nome dell’arbitro o la partita sul bigliettino?
Manfredi Martino: No, al massimo si poteva leggere una lettera, ma neanche.
Avv. Prioreschi: Un solo chiarimento con riferimento al sorteggio di Milan-Juventus. Lei dice che ad un certo punto Bergamo fa un colpo di tosse e lo fa mentre il giornalista estrae la pallina. È così? Qual è l’incidenza? Che cosa significava fare un colpo di tosse mentre il giornalista pesca la pallina? Me lo spiega? A parte la Sua percezione, abbiamo capito che era una sensazione. Logicamente, il giornalista pesca e Bergamo fa il colpo di tosse per mandare un messaggio al giornalista?
Manfredi Martino: No, no, no, nooo…
Avv. Prioreschi: Non si capisce questo.
Manfredi Martino: No, no. Ripeto: è stato un discorso puramente casuale.
Avv. Prioreschi: Quindi il colpo di tosse di Bergamo non c’entra niente con tutto il sorteggio?
Manfredi Martino: Il colpo di tosse di Bergamo… se non sbaglio, mi fu chiesto se c’erano delle maniere per farsi capire. Io risposi: sinceramente no, mi pare di ricordare…
Avv. Prioreschi: Ma il colpo di tosse, Bergamo lo dà quando il giornalista pesca...
Manfredi Martino: Dopo che esce la partita Milan–Juve, sì, sì.
Avv. Prioreschi: Quindi cos’è un messaggio al giornalista?
Manfredi Martino: No.
Avv. Prioreschi: Ma il giornalista era d’accordo?
Manfredi Martino: No! Il giornalista non lo sapevamo.
[...]
Avv. Prioreschi: Si ricorda che ad un certo punto i carabinieri la pressano un po’ sulla storia del sorteggio. Le chiedono se aveva elementi che potessero supportare l’ipotesi dell’accusa. Ad un certo punto Le dicono apertamente, risulta dai verbali, che per quello che era emerso dalle indagini, i sorteggi erano truccati. Mi dice di che cosa è stato portato a conoscenza da parte dei carabinieri su questi famosi sorteggi?
Manfredi Martino: Non lo so, non mi ricordo…
Avv. Prioreschi: (leggendo il verbale) "Mi viene chiesto come poteva essere falsato il sorteggio arbitrale tanto da poter predeterminare gli abbinamenti arbitri-partite, così come emerso dagli atti della presente indagine.
Presidente Casoria: Come si è introdotto questo discorso, era un discorso in astratto?
Manfredi Martino: Loro sostenevano che il discorso fosse truccato.
Avv. Prioreschi: Come lo sostenevano? Che Le hanno detto?
Manfredi Martino: Su che base loro dicevano.. non lo so. Mi hanno detto: "Il sorteggio è truccato, come si può truccare?".
Avv. Prioreschi: Ecco. Ho capito. Hanno dato per scontato che… è normale che quando si sente una persona informata sui fatti, “siccome il sorteggio è truccato, adesso tu ci dici come è truccato”?.
Presidente Casoria: Così sono andati i fatti.
Avv. Prioreschi: Io prendo atto, non sa di quanto son felice di quello che mi ha detto! Un’altra cosa: in questo verbale Lei sente la necessità di far verbalizzare, proprio alla fine, la Sua totale estraneità alle vicende oggetto di indagine. Perché sente questa necessità di far verbalizzare questa sua dichiarazione di totale estraneità ai fatti?
Manfredi Martino: Non ho idea.
Avv. Prioreschi: Le idee ce le deve avere.
Presidente Casoria: L’avvocato dice: perché ha fatto questa dichiarazione?
Manfredi Martino: Guardi, sinceramente li ho riletti, li ho firmati, però sinceramente questa parte…
Avv. Prioreschi: Scusi, allora, voglio dire, quando Lei viene sentito dai Carabinieri, già erano state trascritte alcune Sue telefonate con Meani e i Suoi sms. Allora, siccome l’oggetto erano le griglie, i trucchi… Le hanno i Carabinieri fatto presente che c’erano queste telefonate che La riguardavano e questi sms??
Manfredi Martino: No.
Avv. Prioreschi: Non Gliel’hanno fatto presente. Quindi Lei non sa perchè ha dovuto specificare… voglio dire: Le avranno detto “stai attento, puoi essere coinvolto”, L’avranno sollecitata, pressata…non voglio dire minacciata… qualcosa devono averLe detto perché Lei fa una dichiarazione di questo genere…
Manfredi Martino: No no no, assolutamente, non mi hanno minacciato mai. Guardi io di come sono avvenute… cioè… ripeto, io poi le ho rilette e firmate… diciamo non è che scrivevo io, cioè io raccontavo e poi veniva verbalizzato. Al termine dell’interrogatorio mi veniva chiesto di leggere e firmare… ma sinceramente quel pezzo io l’avrò firmato…
Presidente Casoria: Non se la ricorda proprio questa dichiarazione?
Avv. Prioreschi: Adesso Gliela rileggo testuale la Sua dichiarazione, può darsi che si ricordi: “Per il momento non ho altro da aggiungere e nel restare a disposizione per qualunque chiarimento che dovesse presentarsi, voglio ribadire” - quindi sembra che già l’abbia detto prima, però non ce n’è traccia nel verbale prima, arriva solo alla fine - “voglio ribadire la mia assoluta estraneità a condotte riguardanti la gestione delle designazioni arbitrali con particolare riferimento al campionato 2004/2005, tenuto conto che nel campionato corrente si è tornati ad un metodo a designazione diretta anche degli arbitri”. Quindi gliel’aveva detto all’inizio ’sto fatto? Cioè: non c’è stato un pour parler coi Carabinieri? Lei lo sa… Lei deve dire la verità…
Presidente Casoria: Non se la ricorda questa dichiarazione?
Manfredi Martino: Sinceramente no.
Avv. Prioreschi: Guardi un po’ se questa è la Sua firma qui…
Manfredi Martino: No no, la firma è mia… lo so lo so, ci mancherebbe..
Presidente Casoria: Ma insomma perché l’ha fatta? Perché ha sentito il bisogno di fare una dichiarazione del genere?
Manfredi Martino: Ribadisco che l’ho firmata però… mi assumo la responsabilità ma… sinceramente non ricordo di aver rilasciato queste dichiarazioni…
Avv. Prioreschi: Magari è stato un po’ suggestionato nel corso dell’esame… che ne so…
Manfredi Martino: Mi sembra che… quello è l’esame del 12 maggio? E’ finito tardi… è finito all’1 e 20 di notte, se non sbaglio.
[...]
Avv. Prioreschi: Senta: ci sono agli atti alcune Sue intercettazioni con Meani ed alcuni sms con Meani….allora Lei, il 13 maggio 2005, venerdì.. innanzitutto quando è che c’era la divulgazione ufficiale dei sorteggi, delle terne… a che ora, verso che ora?
Manfredi Martino: Ufficiale? Verso mezzogiorno e venti, mezzogiorno e trenta…
Avv. Prioreschi: Ecco. Perfetto. Allora: questo è un sms che Lei manda a Meani il 13 maggio 2005 alle 11 e 23 minuti e 17 secondi… testo: "Trefo. Non mollate, vi prego". Poi questo è un altro sms del 15 aprile 2005, venerdì, alle ore 11.34… testo: "Collina, De Santis, Farina". Poi abbiamo: 18 aprile 2005, lunedì, ore 11.29, testo sms: "Paparesta. Assistenti Puglisi e Gemignani". Tutti questi sms sono diretti a Meani eh, ricordiamolo. Ancora: 13 maggio 2005, venerdì, ore 11.51: "Copelli e Ambrosino". Quindi, mi corregga se sbaglio, ma Lei prima ancora che fossero ufficiali le designazioni comunicava a Meani via sms che era dirigente di quale squadra?
Manfredi Martino: Era addetto agli arbitri del Milan
Avv. Prioreschi: E perché fa queste anticipazioni?
Manfredi Martino: Perché mi aveva chiesto di farlo…
Avv. Prioreschi: Ho capito… che significa? Non è che lo fa una volta… Glielo chiedeva ogni volta? Lo fa sistematicamente?
Manfredi Martino: Sì.
Avv. Prioreschi: Quindi si poteva fare questa cosa o non si poteva fare?
Manfredi Martino: Ehm, chiaramente non si poteva fare.
Avv. Trofino: Senta, Martino, parlando del sorteggio mi sa dire il notaio dov'era, al centro?
Manfredi Martino: Tra le due urne.
Avv. Trofino: Quindi il notaio era tra le due urne. Dunque, Lei ha rilasciato svariati interrogatori, come dicevano prima i colleghi; il 12 maggio 2006 Lei ha detto che l'interrogatorio è durato un tempo infinito, si ricorda esattamente quanto è durato?
Manfredi Martino: No, mi ricordo ....
Avv. Trofino: Allora Glielo ricordo io, inizia alle 19,00 ed il verbale viene chiuso alle ore 1,15. Quindi 6 ore e 15 minuti è stato sentito. Nel corso di questo interrogatorio Lei alla fine fa quella dichiarazione: "Io sono lontano mille miglia da queste cose" e prima, rispondendo alla domanda dell'avvocato Prioreschi, diceva che i carabinieri non L'avevano accusata di niente. Esatto?
Manfredi Martino: Sì.
Avv. Trofino: Lei aveva la preoccupazione personale di essere attratto da qualche responsabilità? I carabinieri non L'avevano accusata, ma Lei, personalmente ...
Manfredi Martino: Erano i giorni degli avvisi di garanzia... quindi, comprende...
Avv. Trofino: Era preoccupato della sua posizione?
Manfredi Martino: Sì.
Presidente Casoria: Era preoccupato, avvocato, era preoccupato ...
Manfredi Martino: No, continuo a dire che non ho rilasciato quella dichiarazione, cioè di non ricordare di averla fatta...
Avv. Trofino: Nel corso di queste sei ore e più in cui Lei è rimasto a fare questo interrogatorio nella caserma dei carabinieri, ricorda se vi furono delle interruzioni? Vi siete fermati a mangiare o a bere un caffè?
Manfredi Martino: No, ad un certo punto mi fu offerto un gelato, e basta.
Avv. Trofino: Però non avete mai sospeso l'interrogatorio.
Manfredi Martino: No.
Avv. Trofino: Presidente io vorrei dare un attimo in visione questo interrogatorio alla corte perché si possa constatare e verbalizzare che dopo oltre sei ore di interrogatorio sono state verbalizzate 4 pagine. Vorrei che risultasse questa circostanza ed ho finito con le domande.
Presidente Casoria: PM concorda con questo fatto che il verbale è di quattro pagine?
PM: Sì, concordo, è incontestabile, tutto il resto ovviamente è irrituale... dare il documento in visione alla corte.
Dopo il controesame degli avvocati difensori riprende la parola il Pm.
PM: Allora a contestazione, signor Presidente dal verbale del 12 maggio 2006... Dunque c'è un punto specifico in questo verbale in cui dice: “Ho ricevuto disposizioni specifiche da entrambi i designatori affinché venissero predisposte le sfere con dentro bigliettini in un determinato modo”. E' la contestazione a quella categorica risposta che ha dato a quella domanda dell’avvocato Morescanti.
Avv. Prioreschi: Nella prima pagina dice un'altra cosa... non si può trarre in inganno il teste...
(Trambusto fitto in aula)
Avv. Bonatti: Scusi, PM, ma siccome la Procura della Repubblica ha fatto sei, e dico sei verbali, non si può nello specifico contestare un punto solo... Allora gli si contesta sullo stesso identico punto tutte le cose che ha detto e gli si dice: “Come mai ne ha dette cinque e tutte diverse l'una dall'altra sulla medesima cosa?” Questo è il metodo di procedere a contestazione... Allora, signor Presidente, leggiamo tutto quello che ha detto perché così si contesta se si fanno sei verbali...
Manfredi Martino: Dunque, le indicazioni che mi venivano date erano quelle di mettere un bigliettino in una pallina più o meno ammaccata... ecco.... in relazione alle griglie ...
PM: Quindi il bigliettino in una sfera ammaccata che vuol dire?
Manfredi Martino: Quello di poter riconoscere la pallina.
PM: Chi lo diceva questo?
Manfredi Martino: I designatori.
PM: Sia Bergamo che Pairetto, così siamo precisi. Quante volte è capitato? Mi scusi e quando ha avuto disposizioni in tal senso?
Manfredi Martino: Raramente, sempre all'inizio della stagione poi dopo... sarà successo non più di tre o quattro volte nel corso...
(Trambusto e proteste in aula)
Avv. Prioreschi: Mah... non ha mai detto sta cosa... e adesso... mah...
Presidente Casoria: Oggi può dire quello che vuole, Le ricordo che deve dire la verità sennò può essere incriminato per falsa testimonianza…
PM: Ecco, adesso dobbiamo vedere queste tre o quattro volte, cerchiamo di soffermarci a quali, siccome parliamo di sfere per arbitri e sfere per le partite, che tipo di disposizioni ricorda di aver ricevuto in relazione ad entrambe le sfere o ad una o all'altra?
Presidente Casoria: Vuole sapere di quale categoria di palline si parla, partite o arbitri?
PM: Quale urna?
Manfredi Martino: Poteva essere o della squadra o degli arbitri, era un discorso legato a palline particolarmente ammaccate o rovinate...
Presidente Casoria: Anche quelle che doveva tirare il giornalista?
Manfredi Martino: Sì, assolutamente sì, erano palline particolarmente ammaccate che potevano diventare fonte di imbarazzo, presentandosi al sorteggio con una pallina ammaccata per tre quarti.
Presidente Casoria: Cosa significa imbarazzo, non ho capito bene...
Manfredi Martino: Io il più delle volte chiedevo e loro il più delle volte dicevano: "Guarda questa qui cambiala perché è rovinata è troppo ammaccata, quasi senza vernice ...".
Presidente Casoria: E le levavate?
Manfredi Martino: Assolutamente e le buttavamo di volta in volta...
Presidente Casoria: Si ribalta un po' la cosa... Lei non è chiaro, è un po' ambiguo... La richiamo all'ordine nelle risposte...
PM: Martino Manfredi, noi siamo partiti da tre o quattro casi in cui Lei aveva avuto disposizione di mettere i bigliettini in particolari sfere; adesso dice che capitava che magari creava imbarazzo presentarsi con palline ammaccate no?!!...Cerchiamo di capire ...
Presidente Casoria: Indipendentemente da quello che ha detto in passato, Lei qui deve dire la verità... oggi come stanno le cose. Oggi Lei è sotto giuramento, Lei deve dire la verità...
Manfredi Martino: Assolutamente sì, è capitato che in entrambi i tipi di situazione, anche in relazione...
PM: Martino Manfredi, mi scusi!!!
Presidente Casoria: Lei prima ha fatto capire che era per farle riconoscere.
PM: Allora sia chiaro!!!
Avv. De Vita: Gli hanno chiesto in fase di interrogatorio se sapeva come si potessero alterare le estrazioni e lui ha dato una sua indicazione, quindi è condizionata la domanda e la lettura va fatta anche in base…
[...]
Il PM chiede a Martino di ricostruire in quali occasioni si è verificato quanto ammesso, ma il testimone non ricorda.
Manfredi Martino: Allora io ne ricordo a mente tre o quattro casi di questi però un paio è successo perché le palline erano troppo ammaccate e un altro paio è successo che all'inizio della stagione mi fu detto che...
Presidente Casoria: Cosa sarebbe?
Manfredi Martino: Scusi, la prima giornata della stagione 2004/05 mi fu detto di mettere una determinata cosa in una pallina e l'altra non me la ricordo.
Presidente Casoria: E com'era questa pallina, spieghi meglio.
Manfredi Martino: Mettere il biglietto della partita in una sfera più ammaccata delle altre e poi non ricordo.
PM: Veda se si ricorda quale partita… (sottoponendogli il calendario della prima giornata).
Nessuna risposta
Presidente Casoria: Pubblico Ministero, inutile che insistiamo, non ricorda.
PM: Questa è la prima, e la seconda?
Manfredi Martino: La seconda, la volta successiva per il campionato di B perché la serie A era bloccata. Mi ha detto di mettere nella pallina una particolare partita non il nome di un arbitro.
Presidente Casoria: Che “particolarità”? Che si intende per particolare?
Manfredi Martino: Questa pallina era leggermente senza vernice. Questa era la particolarità.
PM: C'è una specifica ragione per cui nel corso di questo verbale o di altri verbali, non leggo le date perché le ha ricordate prima l'avv. Prioreschi, non ha fatto riferimento a queste specifiche circostanze?
Presidente Casoria: Vuol sapere il Pubblico Ministero perché lo dice solo oggi di questa separazione di due più due?
Manfredi Martino: Io ne parlai ai carabinieri, che verbalizzarono nella maniera che ha letto il Pubblico Ministero.
Avv. Prioreschi: Se Lei avesse detto una cosa del genere ai Carabinieri, avrebbero verbalizzato pure la fotografia del momento, dai su, noi vorremmo sapere perché non l'ha detto in dodici interrogatori e lo dice solo ora.
Avv. Prioreschi: Senta, rispondendo al Pubblico Ministero sulle due circostanze nelle quali i due designatori Le avrebbero detto di inserire i bigliettini nelle palline usurate, ha detto che i Carabinieri non l'avrebbero verbalizzato... e vabbè... prendiamo per buona questa risposta. Lei il 13 maggio consegna le palline scorticate e fa un verbale di consegna, nella circostanza non dice nulla sulla storia delle due ... poi Lei viene risentito il 19 maggio dal Pubblico Ministero e torna su Milan-Juve, e Le fanno raccontare un’altra volta tutta la storia del sorteggio. E lì Lei improvvisamente si ricorda del colpo di tosse di Bergamo; in questa circostanza ha detto delle due palline taroccate?
Manfredi Martino: No. Ne parlammo il 12 maggio.
Avv. Prioreschi: Poi Lei viene sentito ancora dal Pubblico Ministero il 26 maggio, il quale per cercare di acquisire, giustamente cercava di fare il suo mestiere, prove o elementi per dimostrare che c'erano partite truccate, Le chiede espressamente, "Mi viene chiesto di indicare sulla base di circostanze concrete o da me conosciute sulle gare della stagione 2004-05, che risultano essere in qualche modo combinate ed io rispondo che io posso riferire solo su un fatto concreto"; quindi la domanda è specifica, "Il 6 febbraio 2005 ci fu Sampdoria-Fiorentina arbitrata da Dondarini", e racconta la storia di Pairetto etc etc. Ma dico oh! Dunque l'unica circostanza che conosce di gara che sarebbe stata alterata è questa! Come mai nemmeno questa volta dice al Pubblico Ministero la faccenda delle due palle, circostanza più importante di tutti gli altri elementi del processo, che Bergamo e Pairetto avevano detto di mettere il bigliettino? Perché Lei era quella l'unica circostanza che conosce, mentre l'altra circostanza che ha ricordato miracolosamente stamattina… L'unica, qui ha detto l'unica, come mai? E non le viene in mente delle palline? Si rende conto che non è credibile o no?
Presidente Casoria: Perché si ricordò di una voce e delle palline no?
Manfredi Martino: Perché delle palline lo dissi il 12 maggio.
Avv. Prioreschi: Il 28 maggio, il 6 giugno e il 28 giugno risentito sui sorteggi, continua a non dire nulla....e per completezza non dice nulla nemmeno all'Ufficio Indagini che era interessato. L'avrebbe detto una volta ai Carabinieri e basta. Mah! Ora, Lei, rispondendo al Pubblico Ministero, poco fa, che Le ha detto: "Sono più vere le cose dette tanto tempo fa o oggi?", Lei ha detto: "Ma quelle me le ricordavo meglio…". Allora, o 'sto criterio vale sempre, o non vale mai. O che facciamo? Lo dica Lei…
Manfredi Martino: Io non so che dirLe.
Avv. Prioreschi: Io saprei che dirLe..., ma non lo dico.
Presidente Casoria: Vogliamo sapere perché in quel contesto non l'ha detto? Era un argomento affine. Vabbè, è inutile insistere, avvocato.
Manfredi Martino: Non so rispondere.
6 novembre 2009, dichiarazione spontanea.
Paolo Bergamo: Voglio solo rubare cinque minuti a questo processo perché mi preme chiarire con precisione e con esattezza come avveniva il sorteggio. Non voglio poi entrare in altri meriti. Dunque, questo sorteggio avveniva precisamente così: eravamo ad un tavolo lungo circa 4/5 metri, ad una estremità c’era Pairetto con un’urna grossa come… io sto facendo segnale... di vetro, dove venivano inserite le partite che erano state messe in una busta dal sig. Martino. Dalla posizione di Pairetto, fra questi metri, c’era seduto tutte le volte un notaio che era stato incaricato dalla Federazione perché doveva controllare la regolarità del sorteggio, dopo ci stavo io, a distanza di circa cinque metri c’era un’altra urna dove venivano messe le sfere con le partite, quindi il primo fatto importante è che Pairetto dalla sua posizione non poteva vedere le palline che erano nell’altra urna perché la distanza era talmente diciamo alta, i 4/5 metri, che lui non poteva vedere cosa c’era dentro l’urna. Non solo. Ad ogni sorteggio noi chiedevamo chi era il giornalista incaricato dall’USSI che avrebbe fatto il sorteggio perché noi fino al momento in cui si faceva l’estrazione non conoscevamo il nome del giornalista. Si chiedeva: “Chi è il giornalista incaricato?”, si alzava il tizio, diceva: “Hanno telefonato a me”, perché era il presidente dell’USSI, il sig. Capone, che lo incaricava. Veniva lì, aspettava che Pairetto sorteggiasse la partita, dopo di che lui sorteggiava l’arbitro. Ci tenevo a dire questo perché sia chiaro, visto che nessuno di noi partecipava a questo sorteggio, come avveniva. Non solo. Avveniva in una aula dove il pubblico era ammesso. C’erano giornalisti. Tutte le volte c’erano per lo meno 20/30 giornalisti che assistevano, che controllavano. C’erano le telecamere della televisione, c’erano a volte dei dirigenti di società, dei presidenti di società, quindi era un sorteggio pubblico che veniva fatto alla presenza di chi voleva partecipare.
Esaminati come testimoni delle difese, hanno dichiarato che "il sorteggio era regolarissimo" i notai Ioli e Tavassi che lo certificavano a Roma e Coverciano, e diversi giornalisti che parteciparono al sorteggio, estraendo le sfere, nell'anno sottoposto ad indagini: Antonello Capone all'epoca alla Gazzetta, Angelo Pesciaroli, Fulvio Bianchi, Riccardo Bianchi e Simone Nozzoli.